17 Dicembre 2025
Fonte: La Presse
Vladimir Putin, presidente della federazione Russa, ha respinto la proposta per una tregua di Natale: ha dichiarato che il Donbass è russo e che mai dovranno esservi i soldati della NATO in Ucraina. Una volta di più, come tra l'altro si era già ampiamente capito, Putin non intende piegarsi e cedere alle pressioni di Washington. Soprattutto non vuole in alcun modo che l'Ucraina possa entrare nella NATO, dacché ciò significherebbe il compiuto accerchiamento della Russia da parte di Washington e del suo braccio armato. Questa scelta appare del resto completamente ragionevole: forse che Washington potrebbe mai accettare la presenza di soldati russi in Messico o in Canada ai confini con gli Stati Uniti d'America? Lo ribadiamo per l'ennesima volta: la sciagurata guerra d'Ucraina è l'esiziale risultato del deplorevole processo di accerchiamento della Russia principiato da Washington fin dagli anni Novanta, quando, venuta ingloriosamente meno l'Unione Sovietica, la NATO prese scelleratamente ad allargarsi verso Oriente, fagocitando uno dopo l'altro i paesi dell'ex Unione Sovietica. L'obiettivo era chiaro fin dall'inizio: fare scacco matto alla Russia, neutralizzare l'antico nemico riducendolo a semplice colonia della civiltà del dollaro. Sembrava che con Gorbaciov prima e con Eltsin dopo il progetto potesse realizzarsi agevolmente, ma poi arrivò Vladimir Putin, l'imponderabile nella storia, che iniziò a opporre ferma resistenza alle mire imperialistiche della civiltà dell'hamburger. Il resto non è altro se non la storia concitata del nostro tumultuoso presente.
di Diego Fusaro
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