09 Dicembre 2025
Ben Gvir nodo scorsoio Fonte: X @avantibionda
L'immagine è fortemente lugubre e inquietante quanto simbolica: parlamentari israeliani del partito di estrema destra Otzma Yehudit entrano alla Knesset con spille dorate a forma di capestro - un nodo scorsoio per impiccagione - appuntate sulla giacca. Non si tratta di un accessorio casuale, ma del simbolo macabro e deliberato della loro crociata: approvare la pena di morte da applicare esclusivamente ai palestinesi, attraverso l'impiccagione alla forca.
Lunedì scorso, durante l'audizione alla Commissione per la Sicurezza Nazionale sulla controversa legge sulla pena capitale, il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir (fanatico estremista di destra condannato dallo stesso Stato di Israele per ben 8 volte per razzismo e terrorismo) e i suoi colleghi di Otzma Yehudit hanno scelto di presentarsi con questo osceno emblema. "Siamo arrivati oggi alle discussioni della Commissione con la spilla a forma di cappio del boia, come simbolo del nostro impegno ad approvare la legge e come messaggio chiaro che i terroristi sono figli della morte", ha scritto Ben-Gvir sui social media, come riportato da Middle East Eye. Il messaggio è chiaro quanto agghiacciante: non si tratta di giustizia, ma di vendetta razziale istituzionalizzata.
La proposta di legge, presentata dalla deputata di Otzma Yehudit, Limor Son Har-Melech, è passata in prima lettura lo scorso novembre con 39 voti favorevoli e 16 contrari. Il testo prevede che chiunque causi intenzionalmente o con negligenza la morte di un cittadino israeliano "motivato da razzismo, odio o intenzione di nuocere a Israele o al popolo israeliano" sia soggetto alla pena di morte(Countercurrents). La parola "palestinesi" non compare nel testo, una omissione ipocrita che non inganna nessuno. La legge è strutturata per colpire esclusivamente chi resiste all'occupazione israeliana, mentre i coloni israeliani che commettono violenze contro i palestinesi non sono mai sottoposti a detenzione amministrativa né tantomeno a processi capitali. Durante l'audizione, Ben-Gvir ha chiarito le modalità di esecuzione previste: "Naturalmente c'è l'opzione della forca, della sedia elettrica e anche l'opzione dell'eutanasia" (Middle East Eye). Parole che suonano come eco di epoche che credevamo sepolte.
La legge elimina ogni discrezionalità giudiziaria: i giudici dei tribunali militari in Cisgiordania (ricordiamolo ancora: territori palestinesi illegalmente occupati dallo Stato di Israele) potranno condannare a morte con semplice maggioranza, invece che all'unanimità. Inoltre, le sentenze capitali non potranno essere commutate. Questo trasforma la magistratura in uno strumento di vendetta, richiesta ora dai poteri eletti, cancellando ogni distinzione tra punizione e vendetta che il diritto penale richiede (Legal Tribune Online).
Questa proposta di legge non nasce nel vuoto, ma rappresenta l'estremo culmine di un sistema di apartheid che da decenni opprime il popolo palestinese. A novembre 2025, Israele deteneva 9.250 palestinesi, di cui 3.368 quali detenuti amministrativi, ovvero prigionieri senza accusa né processo, trattenuti sulla base di "prove segrete" che né loro né i loro avvocati possono esaminare. La tanto famigerata detenzione amministrativa israeliana è una pratica che viola palesemente il diritto internazionale. Come documenta l'organizzazione israeliana per i diritti umani B'Tselem, dal marzo 2002, non è trascorso un solo mese senza che Israele detenesse almeno 100 palestinesi in detenzione amministrativa. Alcuni sono trattenuti per anni - il record è di otto anni - senza mai essere formalmente accusati di alcun crimine. Tra questi detenuti ci sono 350 bambini e 49 donne. Secondo Defense for Children International Palestine, il numero di minori in detenzione amministrativa ha raggiunto livelli senza precedenti dopo il 7 ottobre 2023. Questi bambini vengono detenuti sulla base di prove che non vengono mai mostrate né a loro né alle loro famiglie. Le condizioni di detenzione sono brutali. Il campo di Sde Teiman nel deserto del Negev, convertito in centro di detenzione militare, è diventato sinonimo di tortura sistematica. Testimoni e detenuti hanno riferito di torture, amputazioni di arti causate dalle manette, negligenza medica, punizioni arbitrarie e abusi sessuali. Almeno 60 palestinesi sono morti in detenzione israeliana dal 7 ottobre 2023.
Mentre la Knesset discute di capestri e sedie elettriche, il massacro continua. A Gaza, dopo oltre 15 mesi di attacchi genocidiari, più di 66.000 palestinesi sono stati uccisi secondo il Ministero della Salute di Gaza a ottobre 2025. La stragrande maggioranza sono civili, almeno il 50% donne e bambini. Altri 14.000 corpi giacciono ancora sotto le macerie, inaccessibili ai soccorritori. Nel nord di Gaza, dal 6 ottobre 2024, l'esercito israeliano ha imposto un assedio totale. L'OCHA (United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs - Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari). ha riferito che tra il 6 ottobre e il 30 dicembre 2024, l'ONU ha tentato 164 volte di raggiungere le aree assediate nel nord di Gaza; di questi tentativi, 148 sono stati negati dalle autorità israeliane e 16 sono stati impediti (UNRWA). Tra 65.000 e 75.000 persone sono rimaste senza accesso a cibo, acqua, elettricità o assistenza sanitaria. Il 27 dicembre, le forze israeliane hanno fatto irruzione nell'ospedale Kamal Adwan, l'ultima grande struttura sanitaria funzionante nel nord di Gaza, arrestando il direttore dottor Hussam Abu Safiyah e 57 membri del personale. L'OMS ha verificato almeno 50 attacchi all'ospedale dall'inizio di ottobre. Neonati e bambini muoiono di ipotermia per mancanza di riparo. Almeno cinque neonati sono morti congelati tra il 24 e il 29 dicembre. InCisgiordania, almeno 905 palestinesi sono stati uccisi, tra cui almeno 181 bambini (Al Jazeera), secondo i dati del Ministero della Salute palestinese. La violenza dei coloni israeliani è esplosa: circa 1.270 attacchi nel 2024, rispetto agli 856 di tutto il 2022. Circa 1.000 palestinesi sono stati sfollati con la forza dai coloni, spesso con il sostegno attivo delle forze di sicurezza israeliane.
Hamas ha definito la legge sulla pena di morte "fascista e sadica" (Middle East Eye), chiedendo azioni globali contro Israele, comprese sanzioni deterrenti. Ma le critiche vengono anche dall'interno di Israele. Il deputato arabo Ahmad Tibi è stato rimosso con la forza dall'aula durante il dibattito dopo aver denunciato la legge come discriminatoria e incendiaria. Il leader dell'opposizione Yair Lapid ha rifiutato di sostenere quella che ha definito "teatro politico" di Otzma Yehudit.
Euro-Med Monitor ha sottolineato che l'estensione del sistema legale israeliano al territorio occupato e l'imposizione della legislazione nazionale sulla popolazione palestinese contravvengono alla legge di occupazione, minano il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese e costituiscono un uso illegittimo della legislazione per consolidare il controllo e ottenere l'annessione de facto.
La scelta di Ben-Gvir e dei suoi colleghi di indossare spille a forma di capestro non è casuale. È un messaggio deliberato di intimidazione e disumanizzazione. Le spille erano dorate, dello stesso colore di quelle indossate in solidarietà con gli ostaggi israeliani a Gaza negli ultimi due anni, un'equiparazione oscena che suggerisce che la vita dei palestinesi vale quanto un'esecuzione capitale. Dopo il voto di novembre, Ben-Gvir ha celebrato distribuendo baklava ai suoi colleghi parlamentari, un gesto che in Israele è associato alle celebrazioni palestinesi dopo attacchi mortali contro israeliani. Un insulto calcolato, una provocazione pensata per umiliare e incitare all'odio.
Israele ha abolito di fatto la pena di morte molti anni fa, e l'unica persona giustiziata dallo Stato di Israele dopo un processo civile è stato il criminale nazista Adolf Eichmann. Ora, però, la coalizione di estrema destra vuole riportare le esecuzioni, ma solo per i palestinesi. Questa legge viola palesemente il diritto internazionale. La Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito nel 2024 che l'occupazione israeliana è illegale e viola la Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale. L'imposizione della pena capitale su una popolazione occupata costituisce una violazione della Quarta Convenzione di Ginevra e del diritto internazionale umanitario. Il paradosso è straziante: Israele definisce "terroristi" i palestinesi che resistono all'occupazione delle loro terre, mentre lo stesso Stato israeliano commette quello che Amnesty International, Human Rights Watch e numerose altre organizzazioni per i diritti umani hanno definito genocidio a Gaza e apartheid in tutta la Palestina occupata.
In conclusione, se questa legge venisse approvata nelle sue letture finali, Israele diventerebbe uno dei pochi Paesi al mondo ad applicare la pena di morte esclusivamente su base etnica e politica. Una legge che codifica nella legislazione nazionale la supremazia ebraica e la inferiorità palestinese, che trasforma i giudici in carnefici e i tribunali in camere di esecuzione. La spilla del capestro indossata dai parlamentari di Otzma Yehudit è più di un simbolo: è la promessa di uno Stato che ha scelto la strada dell'estremismo genocida, dove la giustizia è sepolta sotto il peso dell'odio razziale e la vendetta istituzionalizzata. Mentre il mondo guarda, spesso in silenzio complice, Israele marcia verso un abisso morale dal quale sarà sempre più difficile tornare. Le spille dorate a forma di capestro sono l'emblema di questa deriva: la banalità del male che si veste di legalità, la violenza che si traveste da sicurezza, il razzismo che pretende di essere giustizia.
A chiudere il cerchio di tale deriva morale, arriva il commento autorevole, sarcastico e amaro di David Grossman, celebre scrittore israeliano pluripremiato a livello mondiale, che su X ha commentato: "Hey guys, what's the best way to let people know we're a death cult?" (Ehi ragazzi, qual è il modo migliore per far sapere alla gente che siamo una setta della morte?). Quando anche le voci più autorevoli della cultura israeliana devono ricorrere al sarcasmo disperato per denunciare la trasformazione del proprio Paese in una "setta della morte", il quadro è completo: Israele ha imboccato una strada senza ritorno verso l'abisso morale, dove la spilla del capestro non è più solo un simbolo, ma la promessa di uno Stato che ha scelto l'estremismo genocida come propria identità.
Di Eugenio Cardi
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