21 Novembre 2025
Iron Dome Israele (fonte LaPresse)
Israele ha firmato un accordo dal valore "multimiliardario" con la società bellica Rafael Advanced Defense Systems, con una buona parte del denaro arrivato dai fondi versati dagli Stati Uniti. Il fine è quello di rafforzare gli intercettatori che compongono il sistema di difesa aerea Iron Dome.
Il Ministero della Difesa israeliano ha annunciato la firma di un contratto da diversi miliardi di dollari con la società bellica Rafael Advanced Defense Systems per espandere la produzione in serie del sistema antimissilistico Iron Dome. L’accordo, formalizzato dal direttore generale del ministero Amir Baram, arriva dopo una lunga fase di “trattative approfondite” e rappresenta uno dei maggiori investimenti nella storia recente della difesa israeliana.
Il finanziamento deriva dal pacchetto di aiuti statunitensi da 8,7 miliardi di dollari approvato dal Congresso nell’aprile 2024, che ha destinato 5,2 miliardi al rafforzamento delle difese aeree dello Stato ebraico. È proprio da questi fondi che proviene la copertura economica per l’acquisto di una “quantità sostanziale” di nuovi intercettori Iron Dome, destinati alle unità dell’esercito israeliano.
Il sistema Iron Dome, operativo dal 2011, costituisce il livello più basso dello scudo multilivello Israeliano, integrato con i sistemi David’s Sling e Arrow. Negli ultimi anni, l’Iron Dome ha intercettato decine di migliaia di razzi, droni e colpi di mortaio lanciati contro il territorio israeliano, confermandosi uno strumento centrale della strategia difensiva del Paese. A oggi, l’Aerial Defense Array dell’Aeronautica israeliana gestisce quattro battaglioni Iron Dome, due dei quali rialloccati e rafforzati durante il genocidio palestinese. Anche la Marina dispone di una versione navale installata sulle corvette Sa’ar-6 per la protezione delle infrastrutture strategiche nel Mediterraneo.
Secondo le autorità militari, l’accordo con Rafael consentirà di accelerare la produzione industriale degli intercettori, ridurre i tempi di consegna e aumentare le scorte, considerate insufficienti dopo mesi di operazioni ad alta intensità. Il ministero sottolinea inoltre che l’espansione garantirà continuità operativa al sistema, in vista di tensioni che continuano a consumare grandi quantità di munizionamento.
L’intesa rafforza ulteriormente il legame militare tra Stati Uniti e Israele, già al centro del dibattito internazionale per l’impatto degli armamenti americani nel conflitto. Per Tel Aviv, tuttavia, l’accordo è un passo necessario per mantenere la capacità difensiva del Paese di fronte a un panorama di minacce in evoluzione.
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