16 Luglio 2025
“Testato, affidabile, tattico”. Sono queste le parole che aprono un controverso video pubblicitario pubblicato su X dalla Rafael Advanced Defense Systems, azienda israeliana controllata dal governo e attiva nel settore della Difesa. Il filmato mostra l’inseguimento e la neutralizzazione di un uomo in fuga, da parte di un drone Firefly del sistema Spike. Il bersaglio, un palestinese nella Striscia, viene colpito e ucciso.
Sta facendo discutere il video promozionale diffuso dall’azienda statale israeliana Rafael Advanced Defense Systems, in cui viene mostrato il funzionamento del drone con il sistema Spike Firefly. Il filmato, pubblicato sui social, mostra con stile cinematografico la sequenza completa: il drone “identifica il bersaglio”, “lo segue” e infine “neutralizza la minaccia”. Un’esecuzione a distanza trasmessa come parte di una strategia di marketing, che ha sollevato numerose polemiche a livello internazionale.
“In numerose zone di combattimento, Firefly ha cambiato le carte in tavola, favorendo il successo operativo, la protezione delle forze e la superiorità tattica sui moderni campi di battaglia”, si legge nel testo del video. A corredo delle immagini, Rafael celebra l’efficacia del sistema nel colpire obiettivi con “danni collaterali minimi”, anche in ambienti complessi e con disturbi GPS.
Secondo l’analista open source Anno Nemo, il video è stato geolocalizzato nella zona di al-Tawam, nel nord della Striscia di Gaza, uno dei teatri più duri del conflitto in corso. È in quell’area che, fin dalle prime fasi della guerra, Israele avrebbe impiegato i micidiali droni Firefly. Nonostante il filmato non menzioni esplicitamente la Palestina né fornisca coordinate, l’ambientazione sembrerebbe inequivocabile.
“Sin dal primo utilizzo, Firefly – si legge nel video pubblicato su X – ha dato prova della sua efficacia in alcuni degli ambienti più difficili, effettuando attacchi precisi con danni collaterali minimi, anche in ambienti con disturbi GPS e in condizioni meteorologiche avverse”.
Il video è solo l’ultima dimostrazione della crescente potenza del comparto bellico israeliano, che negli ultimi anni ha fatto registrare numeri record. La Rafael, già produttrice del celebre sistema di difesa Iron Dome, nel 2024 ha raggiunto un fatturato di 4,8 miliardi di dollari, in aumento del 27 per cento rispetto all’anno precedente. La guerra a Gaza ha senza dubbio accelerato la domanda di sistemi d’arma ad alta precisione.
Israele è oggi ottavo esportatore di armi al mondo, ma in termini di export pro-capite guida la classifica globale, con 97 dollari per abitante, davanti a Russia e Svezia. Circa 130 Paesi risultano clienti dell’industria militare israeliana.
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