11 Settembre 2025
Netanyahu e Trump, fonte: imagoeconomica
Gli Stati Uniti hanno approvato un finanziamento da ben 650 milioni di dollari per la cooperazione militare Usa-Israele, attraverso il National Defense Authorization Act, in vigore fino al 2029. Oltre a produrre e vendere armi che verranno utilizzate che uccideranno ulteriori civili a Gaza, l'America ha anche bloccato l'esecuzione dei mandati d'arresto della Corte Penale Internazionale contro i principali leader di Tel Aviv, come Benjamin Netanyahu, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir.
Nel pieno della guerra a Gaza, che ha provocato oltre 64.905 morti e più di 150 mila feriti secondo il ministero della Salute di Gaza e l’Onu, gli Stati Uniti hanno approvato un nuovo maxi-finanziamento militare a Israele. La Camera dei Rappresentanti ha votato il National Defense Authorization Act (NDAA) per il 2025, un pacchetto di spesa militare da 895 miliardi di dollari che destina più di 650 milioni alla cooperazione con Tel Aviv.
Di questi, 500 milioni di dollari finanzieranno i sistemi di difesa missilistica Iron Dome, David’s Sling e Arrow, utilizzati dall’esercito israeliano per proteggere il proprio territorio ma anche per mantenere l’assedio su Gaza. Altri 70 milioni saranno spesi in sistemi anti-drone e 50 milioni in programmi anti-tunnel, considerati strategici per impedire il passaggio di beni e aiuti umanitari nella Striscia.
La legge proroga fino al 2029 l’accesso di Israele alle scorte di armi Usa stoccate in Medio Oriente, garantendo a Tel Aviv rifornimenti immediati di bombe, missili e munizioni. Inoltre, obbliga il Pentagono a fornire rapporti trimestrali al Congresso sullo stato delle forniture militari e dei nuovi aerei da combattimento in consegna.
Il testo contiene anche misure politiche: ordina a Dipartimento di Stato e Pentagono di bloccare l’esecuzione dei mandati di arresto della Corte Penale Internazionale contro leader israeliani, tra cui Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, accusati di crimini di guerra e genocidio, e altri.
La decisione arriva mentre oltre il 70% delle abitazioni di Gaza è stato distrutto e più di 2 milioni di persone sono sfollate. Organizzazioni per i diritti umani denunciano che l’invio di armi prolunga il conflitto e aggrava la crisi umanitaria.
Per i movimenti pro-Palestina, i 650 milioni di dollari rappresentano un segnale di complicità diretta: invece di fermare i massacri, Washington continua a finanziare un’occupazione militare che l’ONU e numerosi giuristi definiscono illegale e genocida.
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