04 Novembre 2025
												Yifat Tomer-Yeroushalmi Fonte: X @ButsilaMbongo
La vicenda è di una perversione morale così profonda da lasciare senza parole. Yifat Tomer-Yerushalmi, Generale dell’esercito israeliano, è stata arrestata domenica 2 novembre dopo essersi dimessa due giorni prima. Il suo "crimine"? Aver autorizzato la diffusione di un video che mostra soldati israeliani mentre abusano di un detenuto palestinese.
Non è stata arrestata per aver commesso un crimine. È stata arrestata per aver documentato un crimine. Insieme a lei è stato arrestato anche il tenente colonnello Matan Solomosh, ex procuratore capo. L'accusa: ostruzione alla giustizia per la fuga di notizie e per il presunto insabbiamento di un'indagine interna. Rischiano fino a tre anni di carcere.
Il video in questione mostra soldati che circondano un detenuto palestinese con scudi antisommossa per bloccare la visibilità delle telecamere, prima di compiere violenze che hanno lasciato la vittima con costole rotte e una lacerazione interna nel retto. Secondo l'accusa, il detenuto è stato sodomizzato con un oggetto appuntito. Cinque soldati di riserva sono stati incriminati per questo abuso aggravato. Ma è la procuratrice che ha fatto emergere la verità ad essere finita in manette.
Nella sua lettera di dimissioni, Tomer-Yerushalmi ha spiegato le sue motivazioni con parole che dovrebbero risuonare come un allarme per chiunque abbia a cuore lo stato di diritto:
"… è nostro dovere indagare quando vi è un ragionevole sospetto di violenza contro un detenuto. Purtroppo, questa convinzione di base, secondo cui ci sono azioni che non devono mai essere intraprese, nemmeno contro il più spregevole dei detenuti, non convince più tutti…". Ha poi aggiunto: "Negli ultimi due anni, ho dovuto agire in difesa dell'unità e del suo personale contro una campagna di delegittimazione. Gli ufficiali dell'Avvocatura Generale Militare si sono trovati a subire attacchi personali, duri insulti e persino vere e proprie minacce. Tutto questo perché abbiamo vigilato sullo stato di diritto nelle IDF".
Ha concluso affermando di aver approvato la diffusione del materiale "nel tentativo di contrastare la falsa propaganda rivolta contro le autorità militari preposte all'applicazione della legge," assumendosi "la piena responsabilità di qualsiasi materiale diffuso ai media dall'interno dell'unità".
La risposta della classe politica israeliana a questa vicenda rivela quanto sia degenerata la situazione. Il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir (criminale pregiudicato condannato dai tribunali dello stesso Stato di Israele per ben 8 volte per razzismo e terrorismo) ha definito "vergognoso" l'arresto dei soldati accusati di stupro, chiamandoli "i nostri migliori eroi". Ha dato il benvenuto all'indagine su chi ha fatto trapelare il video, non su chi ha commesso le violenze. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich (autodefinitosi fascista, razzista e omofobo) ha chiesto un'indagine immediata "per individuare chi ha fatto trapelare il video virale che aveva lo scopo di danneggiare i riservisti e che ha causato enormi danni a Israele", non certamente per individuare i torturatori. Anzi, ha definito i presunti stupratori "eroi, non criminali". Il Ministro della Difesa Israel Katz ha accolto con favore le dimissioni di Tomer-Yerushalmi, affermando che "chiunque diffonda diffamazioni di sangue contro le truppe delle IDF non è degno di indossare l'uniforme dell'esercito".
Quando i soldati sono stati arrestati per le accuse di stupro il 29 luglio 2024, decine di manifestanti di estrema destra – inclusi parlamentari e ministri del governo – hanno fatto irruzione nella struttura carceraria di massima sicurezza di Sde Teiman e successivamente nella base militare di Beit Lid dove erano detenuti i soldati incriminati, nel tentativo di impedire il procedimento legale. Nessuna conseguenza per chi ha violato una struttura militare. Arresto per chi ha documentato un crimine. I termini Israele e democrazia consistono oramai in un ossimoro.
Per comprendere la gravità della situazione, è essenziale capire cos'è Sde Teiman. Questo centro di detenzione nel deserto del Negev è stato soprannominato "la Guantanamo di Israele." Ma le testimonianze raccolte suggeriscono che la realtà sia persino peggiore:
Le organizzazioni per i diritti umani hanno documentato un sistema di tortura sistematica. B'Tselem, organizzazione israeliana per i diritti umani, nel suo rapporto "Welcome to Hell" pubblicato nell'agosto 2024, ha raccolto 55 testimonianze di palestinesi rilasciati dalle carceri israeliane, precedentemente arrestati quasi tutti senza accuse. Le testimonianze rivelano:
Said Maarouf, pediatra di 57 anni detenuto a Sde Teiman per 45 giorni, ha raccontato di essere stato tenuto bendato e ammanettato per l'intera durata della detenzione, di essere stato affamato, ripetutamente picchiato e costretto a stare in ginocchio per lunghi periodi. Un ragazzino palestinese di 14 anni arrestato a Jabalia nel gennaio 2024 e detenuto per 24 giorni, ha raccontato di essere stato torturato con calci, pugni alla testa e al collo, e ripetutamente bruciato con mozziconi di sigaretta. Quando Amnesty International lo ha intervistato, i segni di bruciature e lividi erano ancora visibili sul suo corpo. Abu Foul, 28 anni da Gaza settentrionale, ha perso la vista dopo essere stato picchiato così violentemente alla testa da parte delle guardie che è svenuto. Quando si è risvegliato, aveva perso la vista. Aveva già perso una gamba in un bombardamento israeliano nel 2015.
Le cifre documentate dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni per i diritti umani dipingono un quadro devastante:
L'Ufficio del Commissario ONU per i diritti umani ha pubblicato un rapporto che accusa le autorità israeliane di utilizzare "detenzione arbitraria, prolungata e in isolamento" e di aver detenuto "un numero sconcertante" di palestinesi. Le testimonianze raccolte indicano "una serie di atti spaventosi, come waterboarding e rilascio di cani contro i detenuti, tra altri atti, in flagrante violazione del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale".
Nel dicembre 2023, le autorità israeliane hanno approvato una modifica temporanea alla legge sui Combattenti Illegali, che ha:
Questo significa che migliaia di palestinesi vengono detenuti per mesi senza la minima idea del perché, in violazione del diritto internazionale, completamente tagliati fuori dalle loro famiglie e incapaci di contestare i motivi della loro detenzione.
La detenzione di massa non risparmia nessuna categoria:
Nonostante centinaia di casi di abusi documentati dall'ottobre 2023, le autorità israeliane hanno presentato accuse in soli due casi, senza che nessun personale del servizio penitenziario sia stato incriminato, secondo il Comitato Pubblico Contro la Tortura in Israele (PCATI). Gli esperti indipendenti delle Nazioni Unite hanno avvertito che "le pratiche di tortura sono irrimediabilmente illegali e costituiscono crimini internazionali, eppure fanno parte del modus operandi del famigerato sistema di detenzione e tortura di Israele". Il Relatore Speciale dell'ONU sulla tortura, Alice Jill Edwards, ha definito le presunte aggressioni sessuali a Sde Teiman "particolarmente raccapriccianti" e ha chiesto un'indagine immediata.
Il caso di Tomer-Yerushalmi non è isolato. Rappresenta un sintomo di una più ampia deriva autoritaria in cui lo Stato di diritto in Israele viene visto come un ostacolo anziché come un fondamento della democrazia. La procuratrice militare è stata duramente attaccata da politici di estrema destra e dai loro sostenitori da quando è emersa la notizia che fosse lei l'ideatrice della fuga di notizie. È stata accusata di aver diffuso una "diffamazione del sangue" contro i soldati e definita una traditrice del suo Paese e delle sue truppe, poiché il video aveva causato un significativo danno alla reputazione di Israele (reputazione che sinceramente mi sembra non fosse ai massimi livelli già prima di tale accadimento). Ad ogni modo questo è il cuore dell'assurdità: il danno alla reputazione non viene dalla tortura in sé, ma dalla sua documentazione. Non i torturatori sono i traditori, ma chi li espone.
L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato rapporti dettagliati sulla situazione, ma l'azione internazionale è stata limitata. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha definito "orribili" le segnalazioni di abusi sessuali su detenuti palestinesi a Sde Teiman e ha chiesto un'indagine rapida, ma senza conseguenze concrete. Gli esperti dell'ONU hanno definito la situazione "un crimine contro l'umanità prevenibile" e hanno invitato gli Stati membri a intervenire. Hanno sottolineato che "la maggior parte dei detenuti palestinesi sono de facto ostaggi di un'occupazione illegale", riferendosi al parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del luglio 2024 sulle conseguenze legali dell'occupazione israeliana del territorio palestinese.
Ciò che rende questa vicenda particolarmente agghiacciante è la normalizzazione di pratiche che violano apertamente il diritto internazionale. Ben-Gvir ha dichiarato con orgoglio che "i campi estivi e la pazienza per i terroristi sono finiti", difendendo il trattamento duro dei prigionieri palestinesi. Un parlamentare del Likud di Netanyahu ha dichiarato che tutti gli abusi sui detenuti erano "legittimi" nella lotta di Israele contro Hamas. Questa posizione – che qualsiasi azione, incluso lo stupro di gruppo, è consentita se è per la sicurezza dello Stato – rappresenta un'abdicazione completa dei principi fondamentali dei diritti umani e dello stato di diritto.
L'arresto di Yifat Tomer-Yerushalmi invia un messaggio chiaro e devastante: in Israele, documentare i crimini di guerra è più pericoloso che commetterli. Chi cerca di far rispettare il diritto internazionale e i diritti umani viene perseguitato, mentre i torturatori vengono difesi come eroi. Questo non è solo un problema per i palestinesi detenuti. È un problema per lo Stato di diritto, per la democrazia, per i valori fondamentali che dovrebbero guidare qualsiasi società civilizzata. Quando una procuratrice militare che ha servito il suo Paese per 30 anni viene arrestata per aver cercato di far emergere la verità, quando ministri del governo difendono pubblicamente la tortura e lo stupro, quando migliaia di persone – inclusi bambini – vengono detenute, affamate, torturate e uccise senza conseguenze, non siamo di fronte a casi isolati di abuso. Siamo di fronte a una politica sistematica di terrorismo di Stato.
La comunità internazionale non può più permettersi di guardare dall'altra parte. Come hanno sottolineato gli esperti dell'ONU, "ciò che è richiesto ora non è altro che una presenza internazionale indipendente di osservatori dei diritti umani". Il Consiglio per i diritti umani deve urgentemente richiedere il dispiegamento di titolari di mandati di procedure speciali e della Commissione d'inchiesta nelle strutture che detengono palestinesi. Gli Stati membri dovrebbero esercitare pressione su Israele con l'obiettivo di implementare un sistema cogente di accesso, monitoraggio e protezione dei detenuti palestinesi. Le indagini sui crimini devono essere rapide, approfondite, indipendenti, imparziali e trasparenti, gli autori di crimini ritenuti responsabili e tutte le vittime e le loro famiglie provviste del diritto al rimedio e alla riparazione.
La vicenda di Yifat Tomer-Yerushalmi rappresenta un punto di svolta davvero inquietante nella comprensione di cosa sta accadendo in Israele. Una società in cui chi difende i diritti umani e lo Stato di diritto viene perseguitato come traditore, mentre chi commette torture e stupri viene celebrato come eroe, è una società che ha perso la sua bussola morale. I palestinesi detenuti in Israele non sono solo vittime di abusi individuali commessi da "mele marce". Sono vittime di un sistema che ha istituzionalizzato la tortura, che ha legalizzato la detenzione arbitraria, che ha normalizzato la disumanizzazione. Un sistema in cui migliaia di persone – inclusi bambini, donne, operatori sanitari, giornalisti – vengono arbitrariamente arrestate, affamate, picchiate, violentate sessualmente e, in troppi casi, uccise. E quando qualcuno all'interno di questo sistema ha il coraggio di denunciare questi crimini, viene punito. Non i criminali. Chi li denuncia. Questa è l'assurdità, lo scandalo, l'orrore che il mondo deve finalmente riconoscere e condannare senza ambiguità. Perché se permettiamo che questa perversione della giustizia diventi la norma, se lasciamo che i difensori dei diritti umani vengano trasformati in criminali mentre i torturatori vengono elevati a eroi, allora abbiamo abbandonato ogni pretesa di civiltà.
di Eugenio Cardi
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