13 Ottobre 2025
"È la continuazione di una linea piuttosto conflittuale nei confronti del nostro Paese, una linea ostile". Le tensioni europee, e - in questo caso - filoeuropee, contro Mosca continuano ad aumentare gradualmente ora che anche la Moldavia, coerente con la nuova linea politica tracciata dal partito di Maia Sandu, sta identificando nella Russia la sua principale minaccia alla sicurezza nazionale.
Il nuovo fronte di tensione si è aperto ora proprio a Chișinău. Tensione che già aleggiava nell'aria quando, a fine settembre, Maia Sandu aveva vinto le elezioni parlamentari con netto vantaggio (50,03%) rispetto allo sfidante filorusso Dodon (rimasto ad un magro 24,26%) balenando però i sospetti di possibili brogli da parte dell'Ue. Ma ora la tensione diventa più concreta dopo che, lo scorso 8 ottobre, il governo moldavo ha approvato la nuova Strategia militare per il 2025-2035 identificando, di fatto, Mosca come l'obiettivo più pericoloso da attenzionare. Nelle linee di questa nuova Strategia, obiettivo è definire e rafforzare il sistema di "difesa" nazionale, ricorrendo anzitutto alla modernizzazione dell'esercito e provvedendo ad un aumento della spesa bellica ad almeno l'1% del Pil. Un modus operandi che rispecchia fedelmente le mosse già attuate in blocco dai membri dell'Ue su forte pressing degli Usa, e contro cui la Spagna aveva storto il naso al punto da far dire a Trump recentemente "gli spagnoli dovrebbero essere espulsi dalla Nato". Nel documento, la presunta "minaccia" russa viene esplicitamente citata, sottoforma di "aggressione militare della Federazione Russa in Ucraina con la sua possibile estensione alla Repubblica di Moldova". Anche in questo caso, il governo moldavo configura l'invasione russa come "la più grave crisi di sicurezza in Europa degli ultimi decenni", a cui va aggiungendosi - continua il documento - "la violazione della sovranità nazionale nello spazio aereo". Ad intimorire Chișinău non è solo la possibilità di presunti "attacchi aerei deliberati e/o non intenzionali", ma la presenza di "militari russi in Transnistria" che potrebbero causare "conflitto e tendenze volte alla destabilizzazione politica e sociale della Repubblica di Moldova".
La strategia d'azione che si profila all'orizzonte è abbastanza chiara, così com'è chiara la stessa ideologia della Sandu che ripetutamente aveva accusato Mosca di interferire in affari interni pur di portare al potere forze filo-russe. I fatti però hanno raccontato il contrario e ora è il portavoce del Cremlino Peskov a rilanciare le accuse: "Credono che la linea di costruire relazioni con l'Europa implichi una completa antagonizzazione della Russia. Questo errore è già stato commesso da uno Stato. Non ha portato nulla di buono a questo Stato". Sono le parole di Peskov, parecchio vaghe sul riferimento esplicito a "questo Stato" - che però, con ogni probabilità fa riferimento proprio all'Ucraina. "L'attuale leadership moldava - ha continuato Peskov - sta commettendo un grave errore".
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