09 Ottobre 2025
Fonte: X @netanyahu
Secondo rapporti militari riservati israeliani, lo Stato Ebraico starebbe preparando violenti raid dell'Idf contro lo Yemen, con nel mirino la leadership Houthi. Un progetto di guerra vero e proprio, che viene alla luce a poche ore dalla firma del "piano di pace" con Hamas per Gaza.
Una chiara dichiarazione di intenti da parte di Tel Aviv, che non ci sta a riporre le armi, ma che vuole continuare a combattere in Medio Oriente e a peggiorare la situazione già esplosiva della regione. Critici internazionali hanno osservato che Israele vuole continuare l'ostilità per "sterminare i suoi nemici pro Palestina" e, soprattutto, per "realizzare il piano 'Greater Israel'" tanto caro al premier Benjamin Netanyahu.
Israele starebbe preparando una campagna militare di ampia portata contro gli Houthi in Yemen, anche nel caso in cui un accordo di cessate il fuoco con Hamas entri formalmente in vigore. Fonti israeliane citate dai media suggeriscono che la sicurezza nazionale considera ormai "questione di quando, non se", lanciare attacchi più massicci per rispondere alla crescente ondata di droni e missili che da mesi colpisce il territorio israeliano e le rotte marittime del Mar Rosso.
Per molti osservatori internazionali, la notizia non sorprende: la logica militare perseguita dall’esecutivo di Tel Aviv non mira a ristabilire una pace negoziata ma a conservare e ampliare il controllo territoriale nel Levante, anche "camuffando" sotto accordi di tregua una riconfigurazione permanente del potere su Gaza e Cisgiordania, ma anche su tutto il Medio Oriente. Questa lettura è rafforzata dalle parole di qualche mese fa dello scorso Netanyahu, che ha dichiarato espressamente di star perseguendo il piano di espansione dello Stato Ebraico "Greater Israel".
Il piano evocato dai rapporti punta a infliggere al movimento yemenita un livello di danno "mai raggiunto finora", con obiettivi che comprenderebbero infrastrutture, depositi logistici e comandi locali. Le autorità israeliane giustificano tali mosse come "difesa preventiva di corridoi marittimi e popolazione civile"; i critici avvertono invece che ogni escalation rischia di regionalizzare ulteriormente il conflitto e di avere costi umanitari gravissimi per lo Yemen, già martoriato.
La linea del governo israeliano — secondo alcuni analisti — resta duplice: negoziare una tregua parziale a Gaza per placare la pressione internazionale e contemporaneamente mantenere la capacità di colpire e controllare, sia nella Striscia, sia ai margini della regione.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia