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Gaza, accordo Usa-Israele con Qatar per epurazione anti-israeliani a Al Jazeera in cambio dell'accoglienza a Doha dei palestinesi deportati da Striscia

Svolta storica ad Al Jazeera: via i vertici, toni più “umanitari” su Gaza. Dietro il cambio di rotta, un accordo tra Washington e Tel Aviv, poi ratificati anche con Doha: un abbandono della linea anti-Netanyahu in cambio dell'accoglienza in Qatar dei palestinesi deportati dalla Striscia. Ci sarebbe anche l'ipotesi di un accordo sul gas fra la Casa Bianca e Doha a fare da sfondo

07 Ottobre 2025

Al Jazeera

Al Jazeera, fonte: X, @setteottobre

L'accordo di difesa simile all'articolo 5 della Nato raggiunto fra il Qatar e gli Stati Uniti dopo l'attacco di Israele a Doha del 9 settembre ha portato a diverse conseguenze nella gestione della situazione mediorientale. In particolare, anche il mondo dell'informazione è stato radicalmente cambiato. Infatti, la principale emittente del mondo arabo, Al Jazeera, di stanza in Qatar, è stata obbligata a compiere un'epurazione ai suoi vertici, cambiando anche la linea interna: basta a toni filo-Hamas e alle critiche a Netanyahu. In cambio, l'accoglienza dei palestinesi che verranno deportati dalla Striscia a Doha.

Gaza, accordo Usa-Israele con Qatar per epurazione anti-israeliani a Al Jazeera in cambio dell'accoglienza a Doha dei palestinesi deportati da Striscia

È la fine dell’Al Jazeera che conoscevamo. Dopo anni di copertura costante e filo-Hamas, la principale emittente del Qatar sembra aver subito una radicale trasformazione editoriale. Niente più slogan militanti, niente più titoli infuocati contro Israele: al loro posto, un tono “umanitario” e un linguaggio più neutro sul genocidio di Gaza.

Secondo fonti israeliane e statunitensi, questo improvviso ammorbidimento non è casuale. Dietro la svolta ci sarebbero “intese riservate” tra Doha e Washington, promosse — secondo Channel 12 — da Donald Trump e Benjamin Netanyahu. L’obiettivo: ridurre la “propaganda ostile” di Al Jazeera, storicamente percepita come megafono delle istanze islamiste in Medio Oriente, e sostituirla con una narrativa più gestibile agli occhi di Stati Uniti e Israele.

A confermare il cambio di rotta è stato il giornalista Ehud Yaari: “Il Qatar sta attuando una vera e propria epurazione ai vertici di Al Jazeera. Il direttore è stato rimosso, il vice pure, e la linea editoriale si è ammorbidita.” Dopo dodici anni, Mostefa Souag ha infatti lasciato la direzione, sostituito dall’ex ambasciatore Nasser Bin Faisal al-Thani, figura più allineata con la diplomazia qatarina.

Il segnale più evidente? Un recente servizio da Gaza, dove un manifestante palestinese ha gridato in diretta “Prendete Gerusalemme, non la vogliamo più” — senza essere censurato. Un episodio impensabile solo poche settimane fa, quando simili contestazioni venivano immediatamente tagliate.

Anche sul sito della rete, il cambiamento è lampante: sono scomparsi i titoli infuocati contro Israele, sostituiti da cronache neutrali e reportage sulle condizioni umanitarie.

Secondo un funzionario dell’intelligence, “Trump e Netanyahu hanno costretto i qatarioti a cambiare direzione.” Hamas, prevedibilmente, non l’ha presa bene: “Sono molto scontenti,” ha riferito la stessa fonte.

Se questa linea dovesse consolidarsi, sarebbe un terremoto geopolitico. Il Qatar, tradizionale sponsor mediatico dell’islam politico, potrebbe aver scelto di sacrificare la voce di Al Jazeera in cambio di nuovi equilibri con l’Occidente.

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