29 Ottobre 2024
Amos Goldberg, fonte: Wikipedia
Sulla situazione tragica a Gaza, si è pronunciato anche lo storico e professore israeliano Amos Goldberg, affermando senza alcun dubbio che Israele stia conducendo "un genocidio" nella Striscia, "distruggendo ogni possibilità di esistenza del popolo palestinese".
"Quello che Israele sta facendo a Gaza è un genocidio": non usa mezzi termini Amos Goldberg, professore di Storia dell’Olocausto presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, in un saggio che ha suscitato dibattito in Israele e all’estero. "Dopo sei mesi di guerra brutale non possiamo più evitare questa conclusione", ha dichiarato.
Goldberg, che ha dedicato la sua carriera allo studio dei genocidi, spiega che "genocidio non significa semplicemente uccidere molte persone", ma "l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso". Secondo il professore, questo intento è evidente: "Gaza, come società, non esiste più. I segnali di annientamento sono chiari: uccisioni di massa, distruzione di case, fame, cecchini che colpiscono civili e bambini, annientamento di ospedali, infrastrutture, università. Si sta distruggendo la possibilità stessa di esistenza di un popolo".
Pur definendo il 7 ottobre "una catastrofe, un trauma profondo e un crimine orrendo", Goldberg sottolinea che "nessun crimine, nemmeno il 7 ottobre, giustifica un genocidio". Critica anche l’Occidente per la sua inerzia: "Se si accusa Israele di genocidio, si viene subito bollati come antisemiti. Ma dobbiamo imparare dall’Olocausto. Perché studiamo l’Olocausto se poi non siamo in grado di impedire altri genocidi?".
Goldberg accusa l’élite israeliana di fomentare apertamente l’odio: "Per mesi, l’incitamento al genocidio è stato trasmesso dall’alto: ministri, generali, rabbini, media. Tutto documentato". E denuncia il silenzio della comunità internazionale: "Israele viola ogni regola del diritto internazionale e la fa franca. Ma non possiamo continuare a chiudere gli occhi mentre bambini muoiono di fame".
Il professore conclude con un monito storico: "Dal 1948 Israele è sulla strada del genocidio. La Nakba fu una pulizia etnica, e la storia ci insegna che la pulizia etnica è strettamente legata al genocidio. Siamo complici se non fermiamo questa distruzione deliberata".
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