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Romania, sondaggio INSCOP Research: “66,2% romeni rimpiange leader socialista Ceausescu”, presidente Dan: “Non dobbiamo rivivere passato”

I dati del sondaggio dell’INSCOP Research sono stati raccolti tramite interviste telefoniche su un campione rappresentativo di 1505 cittadini maggiorenni

11 Settembre 2025

Romania, sondaggio INSCOP Research: “66,2% romeni rimpiange leader socialista Ceausescu”, presidente Dan: “Non dobbiamo rivere passato”

Ceaușescu Fonte: Wikiwand

Il 66,2% dei romeni ritiene che Nicolae Ceaușescu sia stato un buon leader per la Romania. È quanto emerge da un recente sondaggio condotto da INSCOP Research e dall’Istituto per l’investigazione dei crimini comunisti, che evidenzia come la figura del leader socialista continui a dividere il Paese. Secondo il presidente Nicusor Dan, questo dato sarebbe il riflesso di una “delusione nei confronti della classe politica post 1989”. Un risultato che sorprende e solleva interrogativi, specie in una nazione oggi pienamente integrata nell’Ue e nella Nato. Il sondaggio è stato condotto tramite intervista telefonica su un campione di 1505 maggiorenni.

Romania, sondaggio INSCOP Research: “66,2% romeni rimpiange leader socialista Ceausescu”, presidente Dan: “Non dobbiamo rivivere passato”

Il sondaggio mostra un’immagine sorprendente della memoria collettiva. Il 66,2% degli intervistati ritiene Ceaușescuun buon leader”, mentre soltanto il 24,1% ha espresso un giudizio negativo. Non solo: per il 55,8% dei romeni il regime comunista è statopiuttosto un bene per la Romania”, a fronte di un 34,5% che lo considera dannoso.

Eppure, la consapevolezza delle privazioni di quel periodo resta forte: l’80% degli intervistati ammette che nell’era comunista non vi fosse libertà, mentre solo il 9% sostiene che ce ne fosse persino di più rispetto a oggi.

Secondo i partecipanti, la cosiddetta “età dell’orodi Ceaușescu avrebbe garantito maggiore attenzione ai bisogni sociali e più cooperazione tra i cittadini. Una percezione nostalgica che molti analisti attribuiscono alla memoria selettiva, ma anche all’influenza della propaganda russa che tende a riabilitare i simboli del socialismo novecentesco.

I dati sono stati raccolti tramite interviste telefoniche su un campione rappresentativo di 1.505 cittadini maggiorenni.

Il caso assume un rilievo ancora maggiore se si considera che la Romania è stata l’unico Paese dell’Europa centro-orientale dove il comunismo terminò con un bagno di sangue, durante la rivoluzione del dicembre 1989 che portò alla fucilazione di Ceaușescu e di sua moglie Elena.

Non a caso, le parole del presidente Nicusor Dan dopo la pubblicazione della ricerca hanno acceso il dibattito: “Abbiamo il dovere di imparare dal passato, non di riviverlo”. Una frase che ha suscitato numerose reazioni polemiche.

Molti osservatori si chiedono: che cosa significa davvero “imparare dal passato, ma non riviverlo”? Secondo i critici, il presidente Dan ricorda che proprio sotto il regime comunista da lui condannato, aveva raggiunto riconoscimenti internazionali come matematico, vincendo due medaglie d’oro alle Olimpiadi matematiche del 1987 e 1988.

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