11 Settembre 2025
L’attentato contro Charlie Kirk, volto noto della destra americana e vicino alle posizioni del movimento MAGA, ha riportato in primo piano le sue controverse dichiarazioni sul conflitto in Medio Oriente e sulle vicende interne agli Stati Uniti. Negli ultimi anni, l’attivista si era distinto per un sostegno incondizionato a Israele, arrivando a negare le accuse di genocidio e carestia nella Striscia di Gaza. Parallelamente, le sue posizioni su temi sociali e razziali, come il caso George Floyd, avevano acceso dure polemiche. Sull’omicidio di Floyd “difese la polizia” dichiarando che l’uomo era “morto per overdose”.
Quando si trattava di Israele, Kirk si era distinto come sostenitore sin dall’inizio del genocidio di Gaza dopo il 7 ottobre nel 2023. Pochi giorni dopo la diffusione di rapporti secondo cui i soldati israeliani avrebbero impedito l’ingresso degli aiuti e sparato deliberatamente a chi li cercava, aveva negato che Israele stesse affamando i palestinesi di Gaza.
All’inizio del 2024, l’attivista liquidò le notizie sul genocidio e sulla carestia come “propaganda”, insistendo sul fatto che Israele stesse combattendo Hamas e non la popolazione civile. Su X, sostenne che le affermazioni sulla carenza di cibo fossero esagerate e costruite per indebolire le operazioni militari dello Stato ebraico. A quel punto, Kirk stava negando sia che a Gaza si stesse morendo di fame, sia l’accusa secondo cui Israele avrebbe usato la fame come arma di guerra.
Nonostante ciò, l'attivista MAGA, si era espresso in maniera scettica sulla credibilità dell'attentato da parte di Hamas, in quanto secondo lui sarebbe stato "difficile" che Israele non sapesse ciò che stava accadendo: "Come questi ragazzi non sapevano che questo stava accadendo? Sono stato in Israele molte volte, tutto il paese è una fortezza. Quando ho appena sentito questa storia, ho pensato che sia molto difficile di credere. Sono andato a quella frontiera di Gaza. Non puoi andare a 10 metri senza incontrare un adulto di 19 anni con un AR-15 o una pistola automatica che è un soldato di IDF. Tutto il paese è sorvegliato", affermava Kirk.
Inoltre, non mancarono anche le critiche verso Netanyahu prima del 7 ottobre: "Prima del 7 ottobre l'Israele era in una guerra civile. Non è un'esagerazione. C'erano centinaia di migliaia di israeliani che stavano andando in strada perchè Netanyahu stava ridefinendo la Costituzione israeliana. C'erano proteste che si avvicinavano quella settimana contro Netanyahu dove si aspettavano trenta di migliaia di persone che andassero in strada. È tutto è andato. Netanyahu ora ha un governo di emergenza e un mandato da guidare".
Le sue esternazioni non passarono inosservate. Nel marzo 2024, durante il suo programma radiofonico, aveva dichiarato: “L’idea che Israele stia affamando Gaza è pura propaganda dei media globalisti che cercano di delegittimare lo Stato ebraico”. Pochi mesi più tardi, ribadì su X: “No, Israele non sta affamando i gazawi”.
Non solo Medio Oriente. Le parole di Kirk avevano spesso sollevato aspre critiche anche per la sua visione sull’Islam. L’attivista descriveva la religione musulmana come incompatibile con i valori occidentali e aveva scritto: “L’Islam è la spada che la sinistra usa per tagliare la gola all’America”.
In patria, Kirk aveva difeso la polizia nel caso George Floyd, negando le accuse di violenza razziale. In un post su X affermò: “Non dimentichiamolo: l'autopsia di George Floyd ha confermato la morte per overdose. Derek Chauvin è dietro le sbarre per un motivo: è bianco. La verità conta”.
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