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Gaza, oltre 800 palestinesi uccisi nei punti di distribuzione di aiuti umanitari di GHF: "Trappole mortali" come da progetto BCG

In totale sono oltre 800 i civili palestinesi uccisi dagli spari dell'Idf presso gli hub della Gaza Humanitarian Foundation e lungo le rotte dei convogli di aiuti umanitari

11 Luglio 2025

GHF e BCG

GHF e BCG, fonte: Keystone

L'ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha dichiarato nella giornata di venerdì 11 luglio di aver registrato circa oltre 800 civili palestinesi uccisi nei punti di distribuzione di aiuti umanitari gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation da fine maggio 2025, periodo in cui l'organizzazione ha preso in mano la situazione nella Striscia.

La Gaza Humanitarian Foundation è quindi stata smascherata dalle Nazioni Unite: come da progetto della Boston Consulting Group, dalla sua nascita l'organizzazione non ha fatto altre che portare ancora di più alla fame il popolo palestinese attraverso le sue "trappole mortali", ponendo le basi per la deportazione.

Gaza, oltre 800 palestinesi uccisi nei punti di distribuzione di aiuti umanitari di GHF

L'ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha dichiarato di aver registrato oltre 800 uccisioni di civili palestinesi, sia presso i punti di distribuzione gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Israele e Stati Uniti, sia nei pressi di convogli umanitari gestiti da altri gruppi di soccorso.

Le Nazioni Unite hanno definito il piano di distribuzione degli aiuti della GHF "intrinsecamente insicuro" e una violazione delle regole di imparzialità umanitaria. La portavoce dell'OHCHR Ravina Shamdasani ha dichiarato a Ginevra: "Fino al 7 luglio, abbiamo registrato finora 798 uccisioni, di cui 615 nei pressi dei siti della Gaza Humanitarian Foundation e 183 presumibilmente lungo le rotte dei convogli di aiuti".

La realtà sul piano della GHF

La GHF, a oggi, è l'unica organizzazione che ha l'autorizzazione di distribuire gli aiuti umanitari nella Striscia. Essa utilizza società private statunitensi di sicurezza e logistica per far arrivare gli aiuti a Gaza, bypassando in gran parte un sistema guidato dalle Nazioni Unite che, secondo Israele, avrebbe permesso ai militanti di deviare gli aiuti.

La GHF ha iniziato a distribuire pacchi alimentari a Gaza alla fine di maggio e ha ripetutamente negato che siano avvenuti incidenti presso i propri siti. I dati della Croce Rossa Internazionale, però, hanno evidenziato almeno 21 sparatorie presso gli hub di distribuzione degli aiuti da fine maggio, con un importante picco delle morti da sparatorie di massa.

Progettata dalla Boston Consulting Group, seconda società di consulenza strategica al mondo dopo McKinsey & Company e prima di Bain & Company, da ex funzionari intelligence e della difesa israeliani e americani, la Gaza Humanitarian Foundation risponde a un disegno mortale.

Gli hub di distribuzione degli aiuti, già noti come "trappole mortali" per i palestinesi, secondo i documenti trapelati dalla BCG, sarebbero solamente la prima parte di un piano ben più ampio per affamare e deportare i civili per consegnare Gaza a Tel Aviv, permettendo la realizzazione del piano "The Greater Israel".

Un progetto che inizierebbe proprio con l'affamare i palestinesi presso gli hub, raccogliendone i dati biometrici, per poi terminare con la deportazione in "aree residenziali" sorvegliate militarmente, da cui questi non potranno più uscire, se non per essere trasferiti in modo coatto in altri paesi.

Intanto, dal recente incontro fra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, è emerso che i due avrebbero raggiunto un accordo per affidare nuovamente la gestione degli aiuti umanitari all'ONU, com'era in precedenza della GHF. 

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