02 Luglio 2025
fonte: Facebook Embassy of the state of Palestine ,Dhaka,Bangladesh
Il genocidio dei palestinesi non avviene solo a Gaza. Mentre il mondo era concentrato sulle azioni criminali commessa da Israele e dall'Idf nella Striscia dal 7 ottobre 2023, con un bilancio di oltre 56mila morti, lo Stato ebraico ha intensificato la violenza anche in Cisgiordania, uccidendo oltre 1000 palestinesi. Lo scopo di questa campagna è semplice: annettere una volta per tutte la Cisgiordania occupata, come affermato dal ministro della Giustizia israeliano Yariv Levin.
Il ministro della Giustizia israeliano, durante un incontro con il leader dei coloni Yossi Dagan ha rilanciato con forza l’idea dell’annessione della Cisgiordania. “Penso che questo periodo, al di là delle questioni attuali, sia un’opportunità storica che non dobbiamo perdere – ha dichiarato Levin –. È giunto il momento di applicare la sovranità” su quei territori della Cisgiordania che, secondo diverse risoluzioni delle Nazioni Unite, sono considerati occupati illegalmente da Israele. Ma su cui il governo israeliano, ormai in modo sempre più esplicito, intende consolidare il proprio controllo definitivo.
Secondo Levin, il piano di annessione è “realistico e possibile”. “Ed è essenziale, prima di tutto, realizzare il nostro diritto sulla terra – ha aggiunto –. Certamente per contribuire alla sicurezza e per rendere giustizia ai coloni e al movimento per gli insediamenti, che meritano di essere cittadini pari sotto ogni aspetto”. Si riferiva ai circa 500.000 coloni illegali israeliani che vivono nel territorio. Il leader dei coloni ha ringraziato Levin per la sua “coraggiosa collaborazione”, definendo la Cisgiordania “non solo il cuore della terra, ma anche la cintura di sicurezza per lo Stato di Israele”. Negli ultimi mesi il governo guidato da Benjamin Netanyahu ha avviato un piano per creare 22 nuove colonie illegali in Cisgiordania.
Per annettere la Cisgiordania occorre però rimuovere i palestinesi dalla loro terra. Da qui l'intensificazione delle violenze dopo il 7 ottobre. Ad uccidere gli oltre 1000 palestinesi però non sono state soltanto le truppe dell'Idf, ma anche gli stessi coloni israeliani.
Per cacciare i palestinesi dalle loro case, i coloni spesso effettuano incursioni improvvise nelle città e nei villaggi, bruciando case e proprietà. Allo stesso tempo, le Idf hanno circondato i campi profughi e li hanno saccheggiati senza sosta, costringendo ancora più persone ad abbandonare le proprie case e impedendo loro di farvi ritorno. Molti coloni sono stati armati con fucili semiautomatici e “integrati” all’interno delle forze armate israeliane operative in Cisgiordania, nel tentativo di colmare il vuoto lasciato dal massiccio dispiegamento di truppe nella guerra in corso a Gaza.
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