02 Luglio 2025
Fonte: Limes
Fonti di intelligence americana hanno rilevato che, nel mese di giugno, l'esercitato iraniano ha caricato diverse mine su numerose navi tra il Golfo Persico e il Golfo Arabico. Secondo il Pentagono, questo sarebbe stato un chiaro segnale della "preparazione avanzata iraniana nel bloccare lo stretto di Hormuz in seguito al raid di Israele del 13 giugno". Non è chiaro a oggi quando le armi siano state imbarcate, né se siano state scaricate.
Nel mese di giugno, l'esercito iraniano ha caricato su diverse navi di stanza tra il Golfo Arabico e il Golfo Persico delle mine, secondo diversi funzionari dell'intelligence statunitense. Citando fonti del Pentagono, quindi: "L'Iran sarebbe stato pronto a chiudere lo stretto di Hormuz in ogni momento".
Non è ancora chiaro quante mine fossero coinvolte, né il numero di navi. Oltre a questo, i funzionari americani non hanno saputo datare il riarmo delle imbarcazioni: non si sa quindi se sia avvenuto prima o dopo gli attacchi israeliani su obiettivi militari di Teheran del 13 giugno. È quindi sconosciuto il motivo: se per finalità preventive, oppure in reazione all'offensiva di Tel Aviv. Non è ancora chiaro nemmeno se le mine siano state effettivamente scaricate dalle imbarcazioni, vista la tregua raggiunta, o se siano ancora a bordo.
Sicuramente il caricamento delle navi suggerisce che l'Iran sia stato intenzionato sul serio a chiudere lo stretto di Hormuz, canale per cui passa il 30% del gas liquido mondiale e circa il 20% del greggio globale. Una mossa che avrebbe inasprito gravemente le ostilità già presenti nell'area e che avrebbe danneggiato anche e soprattutto Teheran. Il costo dell'energia sarebbe esploso in tutto il mondo e ci sarebbe stata una crisi energetica e un picco importantissimo dell'inflazione.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia