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Morte Maradona, nuove accuse al chirurgo Luque: "Impedì ai medici di valutare le condizioni di Diego, faceva entrare chiunque in rianimazione”

Il medico è indagato insieme alla psichiatra Agustina Cosachov, per negligenza medica e abbandono di persona

30 Aprile 2025

diego maradona

Nuove accuse si abbattono su Leopoldo Luque, il chirurgo a capo del team che aveva seguito Diego Armando Maradona fino alla sua morte. Il medico è indagato insieme alla psichiatra Agustina Cosachov, per negligenza medica e abbandono di persona, con l’ipotesi di omicidio colposo che è stata prefigurata. Secondo la testimonianza di Fernando Villarejo, primario della clinica Olivos, Luque avrebbe "impedito l’accesso ai medici inviati dalle figlie" di Maradona, il dottor Mario Schiter e una psichiatra, nonostante questi si fossero recati presso la clinica per "valutarne le condizioni". Villarejo ha definito quel divieto "strano e intempestivo", sottolineando come un esame medico fosse indispensabile per valutare la necessità di trasferire il paziente in una struttura riabilitativa adeguata.

Morte Maradona, nuove accuse al chirurgo Luque: "Impedì ai medici di valutare le condizioni di Diego, faceva entrare chiunque in rianimazione”

Anche Mario Schiter, nella sua deposizione dell’8 aprile durante l’udienza preliminare, ha ribadito la sua contrarietà alla decisione di proseguire le cure in ambito domiciliare, ritenendola inadeguata per le condizioni di Maradona. Il campione era stato operato per un ematoma subdurale il 3 novembre 2020 nella clinica Olivos e dimesso l’11 dello stesso mese. Da lì era stato trasferito in una casa nel quartiere Tigre, alla periferia di Buenos Aires, dove sarebbe morto appena due settimane dopo. Secondo Villarejo, le sue condizioni al momento del trasferimento erano critiche e il team medico, incluso lui stesso, non ebbe mai la possibilità di visitare direttamente Maradona, potendo analizzare solo la documentazione clinica.

Da essa, però, risultavano evidenti problemi neurologici che, a suo giudizio, avrebbero richiesto un trattamento multidisciplinare. “Maradona era un paziente complesso, affetto da molteplici patologie difficili da gestire”, ha dichiarato. Villarejo ha poi descritto un contesto caotico e poco professionale intorno all’ex fuoriclasse: “In sala rianimazione, subito dopo l’intervento, entrava chiunque, senza alcun controllo sanitario. Avrebbero potuto introdurre qualsiasi cosa, dai farmaci a un hamburger”, ha denunciato. “Io ero molto preoccupato. I medici di fiducia di Maradona, no”.

Infine, il primario ha rivelato di essersi opposto alla sedazione di 24 ore decisa da Luque, ritenendola pericolosa per un paziente già così compromesso, con rischi concreti di infezioni e complicanze respiratorie. Tuttavia, Luque proseguì comunque, motivando la scelta con la difficoltà nel gestire Maradona: “Mi disse che Diego era ingestibile”, ha concluso Villarejo.

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