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Macron cerca di imbucarsi anche nel Conclave e spinge per il cardinale Jean-Marc Aveline, pro Lgbtq, migranti e dialogo con Islam

Macron si infila nel gioco del Conclave: pranzo segreto con i cardinali francesi per spingere il cardianle Aveline, il “papabile” progressista di Marsiglia

29 Aprile 2025

Macron e Jean-Marc Aveline

Fonte: X @zzprojectnews_

Si è imbucato al colloquio riservato tra Zelensky e Trump e ora Macron prova a imbucarsi anche al Conclave. Dopo essersi fatto sorprendere mentre si “infilava” nel dialogo tra Trump e Zelensky in Vaticano, il presidente francese ha spostato l’attenzione su un obiettivo ben più ambizioso: spingere un suo connazionale al soglio di Pietro. A Villa Bonaparte, tra porcellane e protocollo, ha convocato 4 dei 5 cardinali elettori francesi per un pranzo che più che conviviale è sembrato una riunione di strategia: al centro della tavola, la candidatura di Jean-Marc Aveline, l’arcivescovo progressista di Marsiglia, pro Lgbtq, simbolo dell’accoglienza e del dialogo con l’Islam.

Macron si imbuca nel conclave e spinge Jean-Marc Aveline come nuovo Papa

Nel suo fugace ma rumoroso passaggio romano per i funerali di Papa Francesco, Emmanuel Macron ha dimostrato ancora una volta la sua indole iperattiva e, secondo alcuni, anche una certa tendenza all’ingerenza. Il presidente francese, infatti, non si è limitato a rendere omaggio al Pontefice scomparso, ma si è addirittura inserito in un colloquio riservato tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky all’interno della Basilica Vaticana.

Ma è stato dopo la cerimonia funebre, mentre la bara di legno veniva inumata nella Basilica di Santa Maria Maggiore, che Macron ha giocato la sua partita più ambiziosa: cercare di influenzare la scelta del prossimo Papa. Fonti attendibili raccontano di un pranzo riservato nella storica Villa Bonaparte, sede dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede, a cui hanno partecipato 4 dei 5 cardinali elettori francesi: Philippe Barbarin, Christophe Pierre, François-Xavier Bustillo e Jean-Marc Aveline. E proprio quest’ultimo, arcivescovo di Marsiglia, sarebbe il cavallo su cui punta l’Eliseo per riportare un francese sul soglio di Pietro dopo oltre sei secoli da Gregorio XI.

Il tentativo di Macron, in evidente difficoltà politica in patria, sembra essere anche una mossa strategica per recuperare consenso e rilanciare la propria immagine a livello internazionale. Aveline, 66 anni, è considerato uno dei favoriti nella corsa al papato. Creato cardinale da Francesco nel 2022, è oggi presidente della Conferenza episcopale francese e membro influente nei Dicasteri per i Vescovi e per il Dialogo Interreligioso.

Il suo profilo è marcatamente bergogliano: apertura ai migranti, attenzione agli emarginati, grande impegno per il dialogo con l’Islam e sensibilità ai temi Lgbt. È stato scelto da Francesco per guidare la diocesi di Marsiglia, una città simbolo del multiculturalismo europeo, dove ha promosso un’impronta pastorale inclusiva e sociale. In Francia viene soprannominato “Giovanni XXIV” per il suo stile aperto e la somiglianza spirituale con Papa Roncalli.

Tuttavia, non mancano ostacoli: il fatto di non parlare italiano rappresenta un limite, e la sua nazionalità francese riapre ferite storiche mai del tutto sanate dai tempi dello “scisma d’Avignone”, che ancora oggi pesa nei corridoi curiali. Ma Aveline è anche visto come una figura capace di tenere unito il fronte cattolico, piacendo sia ai progressisti che a una parte dell’ala conservatrice per il suo stile pacato e dialogante.

Macron, in questa inedita veste di “suggeritore spirituale”, avrebbe anche interrogato a lungo il cardinale Barbarin durante il pranzo a Villa Bonaparte, consapevole dell’influenza del prelato, già presente nei conclavi del 2005 e del 2013. L’operazione, più che ecclesiale, sembra però avere anche una chiara lettura politica: un Papa francese, riformista e attento ai grandi temi del nostro tempo, potrebbe rappresentare per Macron una vittoria d’immagine senza precedenti.

La Chiesa, però, ha i suoi tempi e le sue regole. E se davvero il prossimo conclave dovesse premiare il “modello Marsiglia”, sarà difficile stabilire se il merito sarà del profilo di Aveline o della diplomazia silenziosa di un presidente che, ancora una volta, non ha resistito alla tentazione di imbucarsi dove il protocollo consigliava discrezione.

Macron cerca di imbucarsi durante l'incontro Trump-Zelensky al funerale di Papa Francesco

Macron resta fuori dal bilaterale al Vaticano tra Trump e Zelensky. La gaffe del presidente francese ha fatto il giro del mondo nelle ultime 24 ore. Nel video è possibile vedere perfettamente il momento in cui il presidente Usa e il leader ucraino camminano verso il luogo in cui sono state posizionate tre sedie, ad un certo punto vengono raggiunti da un Macron in corsa ad accaparrarsi il suo posto al vertice, Macron stringe la mano a Zelensky, dopodiché si rivolge verso Donald Trump a rivolgergli un saluto ma il tycoon inizia a parlargli. Il trio si ferma in piedi a discutere: Donald Trump fa un gesto con la mano quasi a fermare il Presidente francese e dopodiché indica con la mano Zelensky, quasi traducendo a gesti per le telecamere quello che ha poi detto a Macron, ovvero: "Me la vedo io con lui". Zelensky si rivolge verso Macron annuendo, poi spunta un pollice di Trump quasi a indicare "Allontanati". Nel giro di qualche secondo la terza sedia rossa, inizialmente pensata per il Presidente francese, scompare. Al mondo rimane l'iconica foto tra Trump e Zelensky rannicchiati su due sedie rosse al Vaticano a discutere e un'amara figura per Macron, escluso da questo bilaterale storico.

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