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Australia, uccisi oltre 750 koala da cecchini in elicottero, l’ennesima “follia violenta” del governo: “Per il loro bene, debilitati e in sofferenza”

Nel Parco nazionale Budj Bim, nello stato di Victoria, oltre 750 koala sono stati abbattuti da squadre armate di cecchini a bordo di elicotteri

28 Aprile 2025

Koala

Fonte: X @Camila Stampa

Il governo australiano ha fatto abbattere “per il loro bene” oltre 750 esemplari di koala da cecchini in elicottero. Questo è l'ennesimo capitolo di un governo che, negli anni recenti, ha mostrato quale livello di follia liquida possa raggiungere: lo stesso governo che aveva represso con brutalità le manifestazioni pacifiche contro la vaccinazione anti-Covid e che aveva recluso in appositi container molti cittadini colpevoli di non essersi voluti inoculare il "siero magico".

Uccisi oltre 750 koala da cecchini in elicottero, il governo: “Per il loro bene, erano in sofferenza”

L’operazione è stata autorizzata dall'esecutivo del Victoria dopo che un incendio, a metà marzo, aveva devastato circa il 20-25% del parco – patrimonio mondiale dell'Unesco – distruggendo gli eucalipti, unica fonte di sostentamento per i koala. Secondo la premier Jacinta Allan, gli animali erano “gravemente feriti e in grande sofferenza”, per questo motivo si è deciso di intervenire con una modalità drastica: abbattimenti mirati eseguiti da elicotteri. “Valutazioni approfondite” sarebbero state effettuate con il supporto di veterinari specializzati in fauna selvatica.

Tuttavia, le immagini degli elicotteri che sorvolano il parco alla ricerca di “esemplari debilitati, feriti o affamati” hanno fatto il giro del mondo, suscitando indignazione. Il Dipartimento per l’Energia, l’Ambiente e l’Azione per il Clima (DEECA) ha giustificato l'operazione definendola “praticabile e umana”, vista la grave situazione: ustioni, disidratazione e malnutrizione degli animali. “Gli altri metodi valutati non erano adatti”, ha dichiarato James Todd del DEECA a Vox.

Ma molti esperti non ci stanno. Rolf Schlagloth, della Central Queensland University, ha criticato l’intervento, sostenendo che “l'eutanasia debba essere l’ultima risorsa e non un’azione automatica. E soprattutto non dovrebbe mai essere condotta in modo così indiscriminato”. Dello stesso avviso Jess Robertson, presidente della Koala Alliance, che afferma: “Non c'è modo di sapere se un koala è in cattive condizioni da un elicottero. E chi garantisce che non ci siano cuccioli nel marsupio delle madri abbattute?”.

Il rischio concreto è che molti piccoli siano rimasti orfani e destinati a morire, una conseguenza che il governo pare non aver considerato. Non è un caso che Schlagloth parli di “una lunga lista della cattiva gestione della specie e del suo habitat”. In effetti, nel solo stato di Victoria, benché la popolazione di koala sia numericamente stabile – tra 129mila e 286mila esemplari – essa è concentrata in poche aree ristrette e vulnerabili, spesso messe in crisi da incendi e disboscamenti.

La situazione degli habitat naturali australiani è drammatica: negli ultimi 20 anni la popolazione dei koala si è dimezzata in molte aree, vittima di incendi sempre più frequenti, sviluppo edilizio e abbattimento delle piantagioni di eucalipto blu. La conseguenza? Una pressione insostenibile sulle poche foreste rimaste, come quella di Budj Bim.

Intanto monta la protesta. Diversi gruppi, tra cui Friends of the Earth Melbourne, chiedono una revisione indipendente dell'operazione. Vogliono sapere chi ha autorizzato l’intervento, su quali basi veterinarie e quali alternative siano state scartate. Brad Rowswell, portavoce dell’opposizione per l’ambiente, non usa mezzi termini: definisce l’abbattimento “imbarazzante” e chiede la pubblicazione di tutti i documenti ufficiali. Anche Georgie Purcell, deputata dell’Animal Justice Party, solleva l’ennesimo problema etico: “Non c’è stato alcun tentativo di verificare se le madri abbattute portassero con sé dei piccoli”.

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