16 Dicembre 2021
In verde i paesi a favore della risoluzione, in rosso i contrari
Oggi, presso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si è svolta la votazione per la risoluzione 76/166 che prevede il riconoscimento del cibo come diritto umano. La mozione è stata approvata da 186 Paesi membri, mentre è stata respinta solamente da due Stati: USA e Israele. Questi due sono stati gli unici paesi membri dell'ONU a votare contro l'affermazione del cibo come diritto umano, in un momento in cui milioni di persone, tra cui bambini, muoiono di fame. Nessun astenuto.
Come si può leggere nel verbale dell'Assemblea Generale, solo due paesi hanno votato contro il riconoscimento del cibo come diritto umano: Israele e Stati Uniti. "Con 186 voti favorevoli, 2 contrari (Israele e Stati Uniti), senza astensioni, l'Assemblea ha quindi adottato la bozza di risoluzione XII, "Il diritto al cibo", ribadendo che la fame costituisce un oltraggio e una violazione della dignità umana, che richiede l'adozione di misure urgenti a livello nazionale, regionale e internazionale per la sua eliminazione. Ha espresso preoccupazione per il fatto che gli effetti creati dalla crisi alimentare mondiale continuino ad avere gravi conseguenze per le persone più povere e vulnerabili, in particolare in molti Paesi importatori netti di cibo. In altri termini, l'Assemblea ha ritenuto allarmante che, nel 2020, il numero di persone senza accesso a un'alimentazione adeguata sia aumentato di 320 milioni, raggiungendo quota 2,4 miliardi, pari a quasi un terzo della popolazione mondiale, secondo le stime dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), e che tra 720 e 811 milioni di persone soffrano la fame. Esprimendo profonda preoccupazione per il fatto che, sebbene le donne contribuiscano a oltre il 50% del cibo prodotto a livello mondiale, rappresentino il 70% di chi soffre la fame nel mondo, l'Assemblea ha invitato gli Stati a sostenere programmi volti a combattere la denutrizione delle madri e a eliminare la mortalità e la morbilità prevenibili dei bambini di età inferiore ai 5 anni. Ha inoltre sottolineato l'importanza di combattere la fame nelle aree rurali, anche attraverso sforzi nazionali sostenuti da partnership internazionali per fermare la desertificazione e il degrado del suolo.", questo quanto deliberato dall'Assemblea.
La delegazione degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite ha ritenuto opportuno chiarire, attraverso una dichiarazione, le ragioni di questa decisione. In particolare, è stato evidenziato come il principio di sovranità alimentare menzionato nella risoluzione potrebbe consentire ai Paesi di adottare misure protezionistiche per tutelare i beni essenziali per la sussistenza. Questo approccio potrebbe generare conseguenze negative sulla sicurezza alimentare, sulla sostenibilità ambientale e sullo sviluppo economico. Oltre a questa motivazione di natura economica, vi è anche un aspetto giuridico da considerare: la mancanza di una definizione chiara e condivisa del diritto al cibo all'interno del quadro del diritto internazionale.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia