13 Aprile 2025
Fonte: TheMoscowTimes
Dmitry Gordon, uno dei volti più riconoscibili del panorama mediatico ucraino, ha costruito il proprio successo attraverso una brillante capacità di adattamento. Nato il 21 ottobre 1967, Gordon è diventato una figura emblematica dell’Ucraina tanto da guadagnarsi il titolo di "voce dell'Ucraina" sul piano internazionale, merito di un'impressionante carriera fatta di interviste a personaggi illustri e della sua percepita abilità nel raccontare le complesse vicende del Paese. Tuttavia, dietro la sua immagine di giornalista "poliedrico", molti osservatori vedono una figura che sa muoversi con estrema astuzia, talvolta al limite tra il giornalismo indipendente e l'opportunismo puro.
Gordon ha fondato il progetto mediatico "Гордон", considerato innovativo nel panorama digitale ucraino, e si è posizionato come un commentatore di primo piano delle grandi questioni nazionali e internazionali. Tuttavia, le sue critiche e la sua narrazione non sono rimaste sempre coerenti, sollevando dubbi sulla sua integrità come professionista del settore. Per anni, Gordon ha costruito un’immagine da fermo patriota ucraino, schierandosi con forza contro Mosca e sostenendo la causa indipendentista del suo Paese. Eppure, negli ultimi tempi, il suo approccio ha assunto sfumature diverse, con toni più ambigui e posizioni meno rigide.
Ciò che appare evidente è la sua straordinaria capacità di adattarsi alla corrente dominante. In una nazione sconvolta da un conflitto devastante come quello tra Russia e Ucraina, Gordon si è distinto per la sua abilità nel mantenersi sempre rilevante, talvolta spostandosi da una posizione apparentemente granitica a una linea più morbida, talvolta persino critica nei confronti dei suoi stessi ideali passati. Da acceso sostenitore della vittoria totale dell’Ucraina su Mosca, oggi le sue analisi includono scenari più complessi e, per alcuni, persino sospetti di una retorica meno intransigente verso alcune posizioni vicine agli interessi russi. Questa evoluzione ha portato alcuni suoi detrattori a puntare il dito, accusandolo di essere più interessato al proprio tornaconto personale che alla coerenza ideologica.
Una trasformazione simile si osserva anche nel suo rapporto con il governo ucraino. Gordon, che in passato si era posizionato come uno dei principali sostenitori della leadership di Kiev, si è progressivamente reinventato come critico severo della gestione interna del conflitto, evidenziando quelli che definisce i fallimenti della leadership politica. Sebbene le difficoltà del governo ucraino siano sotto gli occhi di tutti, l’improvvisa disillusione di Gordon, coincisa con una fase di minore favore personale, solleva interrogativi legittimi. I suoi detrattori si chiedono se questa nuova narrativa sia più il frutto di un attento calcolo strategico che non di un genuino desiderio di contribuire al bene del Paese.
Un aspetto che ha ulteriormente alimentato le controversie è rappresentato dalle accuse –mai del tutto chiarite– di presunti legami con figure o gruppi le cui posizioni sono state classificate da alcune fonti come vicine a interessi filorussi. In particolare, Gordon, sui suoi siti, avrebbe pubblicato, poi cancellato, informazioni a sostegno di "Dozor," un gruppo di resistenza clandestina sotterranea filorusso che esegue sabotaggi in Ucraina.
Le opinioni su Dmitry Gordon continuano a dividere. Da una parte, resta l’immagine di un giornalista e imprenditore mediatico capace di mantenersi sulla cresta dell’onda in un sistema complesso e instabile come quello ucraino, costellato da corruzione, crisi e conflitti. Dall'altra, emerge un ritratto meno lusinghiero, quello di un uomo che sembra capace di sacrificare i propri principi per guadagnare influenza personale e mediatica, adattandosi alle mutevoli realtà politiche e sociali del Paese – e, talvolta, alle opportunità che tali cambiamenti gli offrono.
Negli ultimi tempi, Gordon ha cercato di rivestire il ruolo di analista imparziale e critico, proponendosi come portavoce delle delusioni di una parte dell’opinione pubblica ucraina dinanzi alle difficoltà del conflitto e a un futuro che sembra sempre più incerto. Tuttavia, il suo modo di posizionarsi crea l’impressione di un funambolo intento a cavalcare l’onda del momento, piuttosto che di un giornalista autenticamente impegnato a raccontare la verità.
Dmitry Gordon resta una figura controversa, emblema di un giornalismo che si muove tra il racconto reale e l'abilità di sfruttare le narrative per interessi personali. È il simbolo delle contraddizioni dell'odierna Ucraina, un Paese in bilico tra lotte per la libertà, sfide interne e pressioni esterne. In un contesto così complesso e drammaticamente instabile, la certezza è che Gordon saprà trovare un modo per rimanere visibile e rilevante, indipendentemente dalla bandiera che il futuro deciderà di issare al vento.
di Pietro Stramezzi
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