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"Coalizione dei volenterosi", giovedì ultima chance per l'Italia di dimostrarsi paese europeo amico sia dell’Ucraina che della Russia, nonché degli USA

Pensiero sull’ipotesi della coalizione dei volenterosi

17 Marzo 2025

Ucraina, il "finto" piano di pace di Starmer e Macron: tregua di un mese, invio truppe e “coalizione di volenterosi”, ma Meloni: “Resti cornice atlantica”

Vertice Londra, fonte: Facebook, @Agorà

È ormai dall’inizio del mese di marzo che in tutte le sedi diplomatiche e in ogni riunione istituzionale Europea si parla continuamente che si dovrà giungere ad una tregua e ad una pace giusta del conflitto russo ucraino, ma senza alcuna soluzione e mediazione politica di rilievo.

Dopo la prima iniziativa  del Presidente della Federazione Russa, con la quale Putin  ha dettato  un vero e proprio ultimatum con l’indicazione di 6 condizioni per accettare la tregua, di cui tutti si affannano a parlare e pretendere, senza che alcuno  Stato  Europeo abbia indicato, però, di volerle accettare  -poiché diversamente dalla narrazione che le truppe russe continuino ad attaccare come prova che Putin non voglia la tregua, ma persegua il fine di occupare ulteriore terreno e consolidare il successo-  la tregua sarebbe già operante e le armi tacerebbero, non si comprende se l’Unione Europea abbia compreso che Putin non vuole altro che il riconoscimento della territorialità Russa dei territori occupati

Il Presidente Trump tace sulle condizioni poste da Putin per la tregua, ma fa sapere di avergli chiesto «… di risparmiare la vita degli ucraini nel Kursk».  Un modo quasi esplicito per far digerire a Zelensky che la tregua e la pace sono le due facce della stessa medagliala presa d’atto da parte dell’Ucraina dello status quo in cui è giunto il Conflittoovvero che i territori occupati dalle truppe russe saranno da considerare territorio russo se si desidera di porre fine alla guerra e dare finalmente corso alla tanto agognata tregua, che non potrà essere considerata solo come un momento per riprendere fiato.

Se Zelensky digerisse tale soluzione, forse, Putin potrebbe soprassedere nella pretesa di almeno due delle altre condizioni, ovvero quelle che Zelensky si dimetta e che vengano effettuate nuove elezioni. 

Una specie di resa con l’onore delle armi per il Presidente Ucraino Zelensky, che dovrebbe presupporre la revoca di tutte le sanzioni economico finanziarie adottate contro la Federazione Russa, mentre, credo, rimarrebbe ferma la condizione che l’Ucraina rinunci in modo categorico a far parte della NATO in modo da rappresentare e divenire uno stato cuscinetto per la sicurezza della Federazione Russa.

In questo quadro molto incerto la Francia e il Regno Unito che,  ancor prima della formulazione da parte di Putin delle condizioni per una tregua, avevano ventilato all’inizio di marzo l'idea della costituzione di una coalizione di Paesi "pronti a sostenere l'Ucraina con truppe a terra e aerei in volo, collaborando con altri", ora a mezzo del primo ministro britannico Keir Starmer sarebbe stata data una accelerazione a tale progetto con la indizione di una riunione militare per “creare una coalizione di volenterosi, che sarebbe stata convocata per giovedì prossimo 20 marzo a Londra e che, a mio modesto parere, più che creare condizioni reali per una tregua, creerebbe condizioni per far incancrenire la già tanto incerta conclusione del conflitto, dando solo forza cogente al progetto di riarmo di 800 miliardi di euro appena votato, che non si comprende quali conseguenze potrebbe determinare.

Mentre a Strasburgo i parlamentari del Presidente del Consiglio Italiano hanno votato a favore del riarmo, l’on. Meloni ha invece già anticipato e rigettato ora ogni  ipotesi di invio di reparti italiani sul territorio ucraino, avendo subodorato  un intervento per un  preteso soccorso di sicurezza o di peacekeeping nelle aree del conflitto, che configgerebbe col disposto dell’art. 11 della nostra Costituzione,  senza che esista un solo presupposto per credere che la pace sia ormai cosa fatta e senza che nessuno Stato, gli USA, prima di ogni altro Stato, ne abbiano la piena convinzione e vi sia la certezza assoluta e documentata da parte del primo cittadino Ucraino che, invece,  sta continuando a chiedere aiuti.

Giovedì  prossimo, dunque,  la rappresentanza politico militare italiana che parteciperà alla programmata riunione londinese avrebbe  -alla luce della non equivoca presa di posizione dell’On. Meloni che ha negato l’invio di truppe italiane in Ucraina- l’ultima  chance per lanciare l’idea che ho esposto nei miei precedenti articoli, di offrire al Presidente Putin una immediata tregua  con il riconoscimento dei territori occupati come territori della Federazione Russa, previa effettuazione di un referendum sull’autodeterminazione dei popoli, alla stregua della nostra storia sul terrorismo Altoatesino, risolto da noi con la concessione di una vastissima autonomia amministrativa e il privilegio della lingua madre tedesca, come lingua ufficiale preminente, sottolineando che nel caso in cui l’esito del referendum risultasse a favore dell’annessione alla Federazione Russa, tale decisione costituirebbe la prova che Putin era intervenuto per difendere le popolazioni di lingua russofona mal digerite dagli Ucraini.

E ricordando il pensiero del segretario generale della NATO in carica dal 1988 al 1994, il tedesco Manfred Hermann Wörner, che era solito dire che la NATO doveva essere sciolta e che se non fosse stata sciolta non avrebbe dovuto  allargarsi di un INCH aldilà dei 16 confini dei Paesi dell'alleanza atlantica, sarebbe motivo di piena distensione se venisse finalmente applicato questo principio ora, almeno per l’Ucraina, non ammettendo il suo ingresso nella NATO e riconoscendo in tal modo  alla Russia ad avere i suoi confini con uno stato cuscinetto senza truppe e Armi nucleari NATO a ridosso del suo territorio.

La pace sarebbe cosa fatta e l’Italia si confermerebbe lo Stato europeo amico sia dell’Ucraina che della Federazione Russa, nonché degli USA.

Ma questa mia analisi, volta solo a realizzare col buon senso una pace vera e duratura, che potrebbe anche portare in un futuro, neppure lontano, all’annessione della Russia all’Unione Europea, così veramente da realizzare un colosso economico finanziario dalle infinite potenzialità, sono convinto che sia considerata  pura e semplice utopia da una politica europea che guarda con favore più ad un nuovo inutile riarmo che a prospettive di crescita economica con la Federazione Russa.

Gianfranco Petricca, generale dei Carabinieri in congedo

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