10 Marzo 2025
Fonte: Facebook, @Calin Georgescu
Il candidato di destra filorusso Calin Georgescu ha annunciato che presenterà ricorso presso la Corte Costituzionale della Romania contro la decisione dell'Ufficio elettorale centrale, arrivata nella tarda serata di ieri, che ne ha vietato la corsa alle prossime elezioni presidenziali della Romania.
Con dieci voti favorevoli e quattro contrari la candidatura di Georgescu era stata esclusa dalle elezioni. La decisione ha scatenato forti proteste in tutto il paese e soprattutto davanti al BEC (Biroul Electoral Central), l'ufficio elettorale a Bucarest, dove i manifestanti hanno reagito con violenza, travolgendo transenne della polizia, lanciando oggetti e bottiglie, e scontrandosi con le forze dell'ordine. Il bilancio dei disordini è di 7 arresti e 13 agenti feriti.
"Andremo avanti insieme fino in fondo per gli stessi valori: pace, democrazia, libertà", ha dichiarato il candidato in un video sui social. Il candidato ha continuato: "Ringrazio il popolo romeno per tutto ciò che sta facendo, ma vi chiedo ancora una volta: tutto deve avvenire nel silenzio, nella pace e nella piena consapevolezza della realtà. Non dobbiamo dare adito a violenze o ad altri episodi simili a quelli di ieri sera. Andiamo avanti con grande fiducia per il futuro di questo Paese".
Il leader di Italia Viva ha subito dimostrato solidarietà con il candidato filorusso. "Vado ancora una volta controcorrente e magari anche qualcuno dei miei amici liberali o riformisti si stupiranno", ha detto, "Impedire a un candidato di competere alle elezioni perché filorusso, come sta avvenendo in Romania, è uno scandalo totale". Ed ha aggiunto: "Uno scandalo che di democratico non ha nulla. Se un candidato ha idee non condivisibili non puoi buttarlo fuori dalle elezioni. Perché se lo fai, smetti tu di essere democratico. Tu, non il filorusso. È chiaro? La democrazia si difende nelle urne, non dalle urne".
In difesa di Georgescu anche George Simion, leader del partito di estrema destra dell’Aur, l'Alleanza per l’Unione dei rumeni (Aur) e vicepresidente del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei. Simion ha definito la Romania "uno stato di polizia totalitario" e ha detto che la decisione dell’autorità elettorale rappresenta "una chiara continuazione del colpo di stato" mentre i membri della commissione elettorale che hanno escluso il candidato Georgescu dovrebbero essere “scuoiati sulla pubblica piazza".
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