27 Febbraio 2025
Bannon e Musk, fonte: imagoeconomica
''Il Trumpismo, ovvero questo rinnovato sentire verso valori ‘’tradizionali’’ come famiglia naturale, difesa dell’identità nazionale e autarchia economica si è diffuso anche in Italia con vari movimenti e fazioni spesso non allineate. Va sottolineato come all’interno dell’entourage del neo eletto presidente statunitense ci sono due anime, o meglio due cuori: uno legato alla figura di Steve Bannon, già membro del consiglio per la sicurezza nazionale nel primo governo Trump nel 2017, che si rifà ad una visione che pone l’uomo ( e non la tecnica) al centro della rivoluzione politica. Il secondo cuore è legato alla rampante figura di Elon Musk con la sua visione di superamento dei limiti umani con il supporto della tecnologia più avanzata (chip Neuralink). Ciò che unisce le due colonne carismatiche del trumpismo è sicuramente l’atteggiamento di totale avversione nei confronti della cultura Woke che sta cercando di sfaldare gli ultimi brandelli della civiltà impiantata sul diritto naturale".
Ben Harnwell è un analista inglese, inviato in Italia dell’ex capo stratega della Casa Bianca Steve Bannon (ex ideologo di Trump) per lanciare l’Accademia dell’Occidente giudico-cristiana, un progetto che, citando le sue parole, “mira a formare una classe di futuri leader concettualmente armati per combattere per la nostra fede cristiana che è ovunque sotto attacco” e adesso ricopre l’incarico di redattore della notizia degli esteri sulla trasmissione “Steve Bannon’s War Room”
Dott. Harnwell, ci vuole riassumere la sua visione delle cose riguardo Bannon e Musk?
"Innanzitutto comincerei dal fatto comprovato che Steve Bannon è stato uno dei pochi che ha mostrato lealtà a Donald Trump. Steve è stato in carcere per 4 mesi proprio per la sua fedeltà al Presidente. Al contrario, Elon Musk nel 2017 si ritirò dai due consigli di Trump di strategia (The President’s Strategic and Policy Forum) e di lavoro (The White House Manufacturing Jobs Initiative) perché si opponeva al ritiro del presidente dall’Accordo di Parigi sul Clima — cioè per motivi degli affari (perché Tesla dipende dal mercato artificiale dell’ambientalismo). È evidente che Musk abbraccia il presidente soltanto quando gli fa comodo.
Come si nota dalla grande lotta mediatica dei visti H-1B per gli stranieri, Bannon vuole proteggere la classe operaia dalla sempre più feroce competizione economica a differenza di Elon che vuole sfruttarla tout court: sono due opposte weltanschauung.
Inoltre, non cosa di poco conto, Steve è un populista-nazionalista convinto mentre Elon è un tecno-feudatario, e tale contrapposizione è inconciliabile.
Un altro punto fondamentale da sottolineare è quello che vede Elon a favore della plutocrazia, di un potere statale composto da miliardari come lui, mentre Steve è a favore di un sistema ampiamente meritocratico, che comprende anche una giusta tassazione dei miliardari.
Pochi in Italia sanno che negli ultimi due mesi e mezzo la ricchezza di Musk, già l’uomo più ricco del pianeta, è aumentata più del 40 % (da 300 miliardi a novembre a 450 miliardi a gennaio).
Come è possibile ciò quando solo l’anno scorso la sua società ‘Tesla’ ha dichiarato per la prima volta un declino nelle vendite? È semplice, perché il mercato e i suoi agenti, vedendo la sua vicinanza al Presidente, ha calcolato che ciò sarebbe stato fruttuoso per un incremento di contratti (stocks and shares).
Gli italiani, al di là di una simpatia che si può nutrire verso il ridanciano Musk, devono sapere che quest’ultimo ragiona come uomo d’affari per massimizzare il suo profitto e non come un filantropo. Nessuno osa contraddirlo, tranne Steve Bannon con le sue trasmissioni coraggiose e coerenti".
Di Lelio Antonio Deganutti.
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