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Ališer Usmanov vince la causa contro il quotidiano tedesco Tagesspiegel, imponendo il divieto di diffondere dichiarazioni false sui suoi beni

Queste affermazioni, rivelatesi diffamatorie, avevano rappresentato uno degli elementi su cui l'UE aveva basato le proprie giustificazioni per imporre le sanzioni nei confronti dell’imprenditore russo di origine uzbeke durante le indagini condotte in Germania

10 Febbraio 2025

Ališer Usmanov vince la causa contro il quotidiano tedesco Tagesspiegel, imponendo il divieto di diffondere dichiarazioni false sui suoi beni

Il Tribunale regionale di Amburgo ha condannato la testata tedesca Tagesspiegel, imponendo il divieto di diffondere dichiarazioni false sui beni e sulla provenienza del patrimonio di Ališer Usmanov. Queste affermazioni, rivelatesi diffamatorie, avevano rappresentato uno degli elementi su cui l'UE aveva basato le proprie giustificazioni per imporre le sanzioni nei confronti dell’imprenditore russo di origine uzbeke durante le indagini condotte in Germania.

Nel novembre 2024, Tagesspiegel aveva pubblicato un articolo nei confronti di Usmanov con accuse infondate in merito al presunto possesso di beni immobili sul lago Tegernsee, dello yacht Dilbar e su presunte irregolarità nell’acquisizione di asset in Russia. Dopo aver ricevuto una lettera dagli avvocati di Usmanov, la testata ha rimosso l’articolo ma non ha declinato di astenersi dal diffondere ulteriormente tali dichiarazioni.

Gli avvocati di Usmanov hanno citato in giudizio il giornale tedesco e hanno vinto. Il tribunale ha vietato a Tagesspiegel di diffondere notizie non veritiere relative all’origine delle ricchezze di Usmanov, così come i suoi beni, tra cui lo yacht Dilibar. La decisione è rilevante per lo status sanzionatorio di Usmanov nell'Unione Europea, poiché le motivazioni delle sanzioni a suo carico si basano su accuse analoghe.

Joachim Steinhöfel, avvocato di Usmanov, ha commentato: "La decisione della sentenza pone l’accento su un serio problema: il Consiglio dell’UE non fa che dare seguito a falsità basando le proprie sanzioni su di esse. Questa prassi dell’UE comporta il coinvolgimento sempre più frequente della stampa nei procedimenti giudiziari”.

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