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Trump mette nel mirino il Deep state. Ma l'attacco alle istituzioni governative e al sistema di intelligence Usa rischia di diventare un boomerang e di favorire Russia e Cina - RETROSCENA -

La sfida, ora, è capire se questo attacco alle fondamenta delle istituzioni americane avrà l’effetto desiderato di riformare il sistema o se, al contrario, finirà per accelerare il suo collasso

06 Febbraio 2025

Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha lanciato una nuova offensiva contro alcune delle principali istituzioni governative e di sicurezza del paese, tra cui il Dipartimento di Stato, le agenzie di intelligence (CIA e FBI) e il Pentagono. Secondo alcune dichiarazioni e azioni recenti, Trump ha posto un divieto per queste entità di assumere nuovi funzionari, una mossa che rischia di provocare un rapido aumento del numero di posti vacanti tra i dipendenti pubblici.

Questa situazione potrebbe comportare una crisi di risorse all'interno di agenzie già sotto pressione, con inevitabili conseguenze sulla capacità operativa del governo federale. I licenziamenti e il blocco delle assunzioni sono visti come un modo per indebolire ulteriormente la macchina burocratica e militare degli Stati Uniti. In effetti, molti analisti ritengono che l’obiettivo sia proprio quello di minare la stabilità e il funzionamento di queste strutture vitali.

Il piano sembra essere quello di accelerare il declino di un sistema che, secondo Trump e i suoi alleati, è inefficace e corrotto. È un attacco che si inserisce in una lunga narrazione populista che mira a distruggere la fiducia nelle istituzioni tradizionali, accusate di non rappresentare realmente gli interessi del popolo americano.

Con la crisi delle risorse e il crescente numero di posti vacanti, il sistema governativo potrebbe trovarsi in difficoltà nel fornire i servizi e le funzioni fondamentali. Le agenzie di intelligence, come la CIA e l'FBI, potrebbero avere difficoltà a mantenere la loro capacità operativa, con potenziali rischi per la sicurezza nazionale. Allo stesso modo, il Pentagono potrebbe subire un indebolimento della sua capacità di gestione e difesa.

Questa debolezza interna degli Stati Uniti potrebbe aprire spazi d'azione per potenze straniere come la Russia e la Cina, che potrebbero trarre vantaggio dal disfacimento delle strutture statunitensi. La Russia, già impegnata in una strategia di destabilizzazione globale, potrebbe cercare di approfittare del vuoto di potere creato dalla crisi delle agenzie di intelligence e della difesa statunitense per espandere la propria influenza. La Cina, dal canto suo, potrebbe incrementare le sue iniziative economiche e geopolitiche, sfruttando una potenziale mancanza di risposta coordinata da parte degli Stati Uniti.

In un contesto internazionale sempre più competitivo e segnato da crescenti tensioni, l'indebolimento degli Stati Uniti potrebbe portare a una ridefinizione degli equilibri di potere. La Cina potrebbe spingere con più decisione per affermare il proprio dominio nell'area Asia-Pacifico, mentre la Russia potrebbe intensificare le sue operazioni in Europa dell'Est e in altre regioni sensibili, cercando di minare ulteriormente l'influenza occidentale.

Il paradosso, però, è che sebbene Trump e i suoi sostenitori possano pensare che sia più facile distruggere queste strutture piuttosto che riformarle, la debolezza del sistema potrebbe rendere difficile la sua ricostruzione e riforma, creando un vuoto di potere che potrebbe essere difficile da colmare. L’intero sistema governativo potrebbe crollare sotto il peso delle difficoltà interne, con possibili ripercussioni sul funzionamento del paese nel lungo termine.

La sfida, ora, è capire se questo attacco alle fondamenta delle istituzioni americane avrà l’effetto desiderato di riformare il sistema o se, al contrario, finirà per accelerare il suo collasso. Quel che è certo è che questa guerra alle agenzie di intelligence e al complesso della sicurezza nazionale non fa che alimentare un clima di crescente divisione e incertezza negli Stati Uniti, il che potrebbe aprire la strada a una nuova era di competizione geopolitica, con Russia e Cina pronte a sfruttare le debolezze americane a loro favore.

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