11 Dicembre 2024
Brian Thompson, fonte: Facebook, @Bring Me The News
I pensieri e le preghiere sono "out of network," cioè fuori rete, come dicono le compagnie di assicurazione quando non coprono una prestazione sanitaria. Questo è stato uno dei molti commenti ironici condivisi sui social dagli americani dopo l'uccisione di Brian Thompson, CEO di United Healthcare, avvenuta la scorsa settimana davanti all'Hilton di New York. È stato lo choc per un omicidio così plateale a colpire maggiormente l'opinione pubblica americana, più che il dolore per la morte di una persona associata alle politiche di risparmio delle assicurazioni, spesso accusate di mettere i profitti davanti al benessere dei pazienti.
L'odio per Thompson e per United Healthcare non è però bastato a salvare Luigi Mangione, arrestato il 9 dicembre dopo che una commessa di un McDonald's ad Altoona, Pennsylvania, lo ha riconosciuto e ha avvisato la polizia. Non si tratta di un film, quindi non è nato un movimento in suo favore. Tuttavia, le reazioni fredde in questo caso dovrebbero far riflettere sulla modalità di gestione finanziaria delle cure sanitarie negli Stati Uniti.
A differenza di quanto si pensi comunemente, una grande fetta della sanità americana è gestita a livello pubblico. Oltre il quaranta per cento, se si considerano Medicare, l'assicurazione per gli over 65, Medicaid, quella per chi è sotto la soglia di povertà (o anche poco sopra, dopo la riforma Obamacare), e il Veterans Administration, che si occupa della salute di chi ha prestato servizio nelle forze armate. Gli utenti di questi sistemi, in generale, sono soddisfatti del servizio, così come lo sono i due terzi degli americani che dispongono di un'assicurazione privata.
Tuttavia, esistono due grandi problemi. Il primo riguarda i milioni di persone che non hanno alcuna copertura, per motivi che vanno dalla perdita del lavoro, al costo elevato delle polizze nonostante i sussidi, fino ai tentativi di alcuni stati di restringere l'accesso al Medicaid. Il secondo problema, che emerge chiaramente nei commenti relativi all'omicidio di Thompson, è legato alla gestione dei pagamenti. Anche chi dispone di un'assicurazione deve affrontare la burocrazia delle compagnie assicurative, che decidono quali trattamenti coprire e quali no.
Non succede solo negli Stati Uniti, ma l'alto costo di molte cure, a volte perché innovative e all'avanguardia, altre volte perché gestite da privati che devono garantire i loro profitti, spinge le assicurazioni a limitare i rimborsi il più possibile. Così, gli americani si fanno curare, ma poi si sentono dire che non hanno diritto al rimborso. Oppure, quando trovano il medico o l'ospedale più adatto alle loro esigenze, l'assicurazione afferma che non rientrano nel piano di copertura. Sono "fuori rete", appunto, e devono cercare altrove, sperando di ottenere la stessa prestazione e qualità in uno dei presidi accreditati.
Da un certo punto di vista, potrebbe sembrare un sistema comprensibile: per farsi curare, bisogna attenersi alle regole della propria assicurazione, un po' come succede con il Sistema Sanitario Nazionale in Italia. Ma la struttura del sistema sanitario statunitense rende il meccanismo molto frustrante: lo stesso piano assicurativo potrebbe coprire i costi di un trattamento presso un determinato medico di fiducia, ma negare la copertura per un altro trattamento nello stesso ospedale.
Out of network, bisogna cercare altrove. Come la simpatia per il CEO di una grande società che fa miliardi di dollari di profitti negando la copertura ai suoi assicurati.
Di Andrew Spannaus.
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