21 Ottobre 2024
Maia Sandu, fonte: imagoeconomica
L'esito del referendum per la Moldova nell'Ue lo sappiamo: il "sì" ha vinto con il 50,3%. Una percentuale che mostra chiaro come il Paese sia stato molto combattuto, ma che qualche ora dopo svela anche altro. I voti dei cittadini moldavi che vivono all'estero sono stati decisivi per far sì che il referendum passasse, mentre in patria è la maggioranza è stata anti-europeista.
Una dicotomia interessante, che dice tanto ma che racconta anche due modi di vivere diversi. Il referendum per la Moldova in Ue è alla fine passato grazie ai voti di chi vive in Europa, negli Usa ed in Canada.
Dalla Moldavia hanno accusato la Russia di aver fatto presunte ingerenze durante il voto. La presidente uscente Maia Sandu andrà al ballottaggio tra due settimane dopo non esser riuscita a portare a casa il secondo mandato al primo turno. Alle accuse di Sandu ha risposto il Cremlino: "Deve mostrare le prove di quello che dice, quando denuncia di non avere abbastanza voti a causa di gruppi criminali. Prima di tutto, non spiega di quello che parla. Secondo, sono state fatte accuse molto gravi contro questi gruppi criminali e quindi bisogna presentare almeno alcune prove all'opinione pubblica. Sarebbe positivo se Sandu potesse spiegare tutti i voti non allineati alla sua posizione (oltre i 300mila che sarebbero stati comperati, ndr). Sono tutti frutto di 'gruppi criminali'? O significa che i moldavi che non la sostengono sono tutti associati a gruppi criminali? Ci sono molte sfumature".
Peskov denuncia un aumento 'anomalo' di voti per Sandu e in favore dell'integrazione all'Ue al referendum. "I dati che vediamo oggi, quelli che stiamo tenendo sotto controllo, le dinamiche della loro variazione, sollevano molte questioni. Qualsiasi osservatore più o meno al corrente con l'essenza del processo politico può accorgersi di tali anomalie", ha aggiunto.
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