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Sanzioni Ue agli oligarchi russi, pioggia di ricorsi vinti, Bruxelles in difficoltà, Usmanov non più “oligarca” ma “uomo d'affari”

L'Unione Europea perde i ricorsi degli oligarchi russi per assenza di “prove circostanziate per sanzionare cittadini russi e i loro familiari”. Il miliardario uzbeko, Alisher Usmanov, continua a battersi contro le sanzioni

11 Settembre 2024

Alisher Usmanov

fonte X @EFCdaily

L'Unione Europea continua ad incassare sconfitte in tribunale per la “fretta” con cui ha messo nel mirino i filo-Putiniani. Bruxelles cerca di non commettere più “errori” in merito alle sanzioni contro Mosca, dopo averle prorogate fino a gennaio e al 15 settembre quelle individuali. Dall'inizio del conflitto russo-ucraino, nel 2022, sono 2.300 i nomi finiti nella lista nera delle sanzioni Ue. La Corte dell'Unione Europea non riesce, però, a fornire “prove circostanziate sufficienti per sanzionare cittadini russi e i loro familiari”, di fatti, aggiorna semestralmente i criteri di sanzionamento.

Tuttora nella blacklist, il miliardario uzbeko Alisher Usmanov, ha ottenuto che non venga più chiamato “oligarca” ma “uomo d'affari” dall'Ue, tantomeno “prestanome di Putin“ come lo definì Forbes in un articolo. La Corte Ue parla di “situazione senza precedenti” per quanto concerne i ricorsi in Tribunale: dalle 8-10 cause all'anno legate alla Russia prima del 2022 e se ne contano oltre un centinaio a causa del metodo utilizzato dall'Ue per congelare i tesori. Veri oligarchi, secondo quanto risulta, resterebbero ad oggi ancora fuori dalla blacklist per il timore dell'Ue di altri “buchi nell'acqua”. Con gli attuali ricorsi si punta alla rimozione dall'elenco nero di tutte quelle personalità “non meritevoli” di sanzioni, come ad esempio, l'ex pilota di Formula 1 Nikita Mazepin, figlio del miliardario russo Dmitry. A causa delle decisioni dell'Unione Europea ha perso il posto nel team Haas, dovendo aspettare il marzo scorso per essere riabilitato. Nella sentenza del Tribunale, l'Ue ha dichiarato di “non poter giustificare la sua permanenza nella blacklist” e che è stato un “errore inserire Mazepin nell'elenco per semplice “associazione” col padre”.

Sanzioni Ue agli oligarchi russi, pioggia di ricorsi vinti, Bruxelles in difficoltà: il caso di Usmanov

Alisher Usmanov è un caso noto per quanto riguarda la questione delle sanzioni Ue agli “oligarchi”. Usmanov è conosciuto, tra le altre cose, per aver finanziato restauri nella città di Roma e in altre zone dell'Italia nel 2016, valsi l'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Premiato come mecenate dal presidente Mattarella, si trova ora sotto inchiesta in Germania. Dopo due anni, però, non ci sono state prove di attività criminali e i suoi avvocati hanno citato in giudizio la banca UBS per la presentazione di rapporti infondati su transazioni sospette, che sono stati utilizzati per “estendere le sanzioni dell'Ue contro di lui”. Lo yacht Dilbar, dal valore di circa 600 milioni di euro, di proprietà di un trust creato da Usmanov, è ancora sotto sequestro nel porto di Amburgo. Da quanto emerge, diversi tribunali europei, non hanno potuto confermare la sua vicinanza alla leadership russa, mettendo dunque in discussione la base stessa delle sanzioni. Le autorità Ue, inoltre, hanno già tolto dalla blacklist, dopo il ricorso, una delle due sorelle. Non è lo stesso per l'altra sorella ginecologa.

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