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Durov e il “ruolo di Israele nell’arresto, un mese dopo la diffusione su Telegram di documenti riservati di Tel Aviv, e il no alla censura”

C'è chi ritiene "l’arresto di Durov frutto di collaborazione tra servizi occidentali" e "un vero attacco a Mosca, come catturare 50 spie russe; su Telegram circolano anche le comunicazioni riservate a vari livelli dei russi"

26 Agosto 2024

Israele, silenziato il canale Telegram DDoSecrets, erede di Wickileaks, e censura ai media locali sui documenti compromettenti persi dal Governo

Foto da Facebook - Pavel Durov

"Gli hacker anti-israeliani che hanno rubato gigabyte di dati sensibili israeliani hanno pubblicato le informazioni riservate su Telegram. Telegram ha rifiutato la richiesta di Israele di censurarli. Il fondatore di Telegram Pavel Durov è stato arrestato in Francia e ora rischia 20 anni di prigione", così - proprio su Telegram - Jackson Hinkle ha commentato l'arresto nell'aeroporto di Parigi, sabato scorso, del ceo e fondatore Pavel Durov. 

"La più grave fuga di notizie nella storia di Israele"

Alla fine dello scorso luglio, su Telegram, un collettivo di giornalisti specializzato nella pubblicazione online di materiale hackerato considerato l'erede di WikiLeaks, DDoSecrets, aveva reso disponibili documenti "smarriti online" dal Governo israeliano.

Il più longevo giornale israeliano, noto per le sue posizioni progressiste, in vendita negli Usa con il New York Times sulla vicenda ha titolato: "Dopo il furto di dati da parte dell'Iran, Israele prova a mettere la censura a Internet".

"Molti hacker si presentano come forze filo-palestinesi, ma spesso sono la copertura degli hacker semi-ufficiali della cyber-intelligence iraniana - sostiene Haaretz - Sono interessati anche a quello che viene definito 'hacking della percezione' e alla guerra psicologica in questo caso tesa a mettere in imbarazzo Israele, che ha fama di nazione cibernetica". 

Riguardo all'entità e valore dei dati hackerati, Haaretz scrive che "fonti affermano che la reale portata del danno alla sicurezza e all'economia di Israele causato da queste fughe di notizie non è ancora del tutto nota, nemmeno a coloro che sono incaricati di occuparsi della questione in Israele. Dicono che la portata delle fughe di notizie è probabilmente la più grave nella storia di Israele".

Stando a quanto riportato dal quotidiano israeliano e ripreso dal giornale arabo TheNewArab, i documenti in questione contengono "dettagli personali di alti funzionari del ministero insieme a corrispondenza sensibile [e] documenti ministeriali interni e riservati".

"Dal 7 ottobre - riporta ancora Haaretz - Israele ha dovuto affrontare un assalto senza precedenti di attacchi informatici: i conti di funzionari e figure chiave dell'establishment della sicurezza israeliano, i server di aziende private, appaltatori militari e della difesa, comuni, ospedali e persino ministeri governativi e organismi chiave con cui interagiscono sono stati tutti presi di mira, se non violati con successo, in una serie apparentemente infinita di attacchi, la cui portata non è stata ancora resa pubblica"..

È TheNewArab a precisare che DDoSecrets dispone di uno dei più grandi database di "materiale trapelato online" costituito da "circa 20.000 documenti di organizzazioni e aziende governative israeliane", aggiungendo che alcuni di questi documenti sono stati "recentemente utilizzati per dimostrare che il Governo di Israele ha nascosto segreti di Stato in una causa contro il gruppo israeliano NSO, fornitore di spyware", e da "The Guardian per provare che funzionari israeliani avevano cercato di eludere la legge sugli agenti stranieri negli Stati Uniti nell'ambito dei loro sforzi per difendere Israele nel Paese".

TheNewArab informa che "l’unità speciale per la fuga di notizie online del Governo di Israele coordinata da Haim Wismonsky all’interno dell’Ufficio del Procuratore di Stato israeliano, facente parte del Ministero della Giustizia israeliano, ha aperto un'inchiesta e istituito un ordine di riservatezza su tutto il materiale trapelato" spiegando che questo di fatto "impedisce ai media locali di riferire sulla fuga di notizie". 

DDoSecrets poche ore prima dell'arresto in Francia del ceo di Telegram Pavel Durov, proprio attraverso Telegram, aveva informato che uno dei suoi canali "è stato eliminato senza preavviso o notifica (...) L'unica cosa che abbiamo pubblicato in quel canale che non avevamo ancora pubblicato qui erano i dati israeliani. I conti praticamente si fanno da soli".   

Commentando la notizia della chiusura del canale di DDoSecrets TheNewArab ricorda e sottolinea che "il fondatore e proprietario di Telegram Pavel Durov si è espresso contro l’uso di ordini di silenzio da parte di organi governativi affermando, tra l'altro, che "Le agenzie [statunitensi] non hanno nemmeno bisogno di un'ordinanza del tribunale per estrarre informazioni private da app di messaggistica come WhatsApp... Telegram è una delle poche app di messaggistica che non viola la Fiducia dei propri utenti". 

Telegram vitale per le comunicazioni militari in Russia

In Russia Telegram con gli anni è diventato anni uno strumento di comunicazione fondamentale ad ogni livello, vitale anche a livello militare, come è stato sottolineato e ripetuto più volte nella tv russa. Vladimir Solovyov, volto e voce di Russia 1, ad esempio ha detto "È tutto legato alle conversazioni criptate. Faccio solo una domanda. C'è qualcuno non al corrente del fatto che tutto il nostro apparato militare fa affidamento su Telegram? E che tutti i membri del nostro governo usano Telegram? WhatsApp è americano, Telegram è relativamente libero" e il blogger militare Kirill Fyodorov ha spiegato "La nostra artiglieria usa Telegram per gli obiettivi. Lo stesso fa l'aviazione".

Secondo fonti russe, sarebbe partito l'ordine alle agenzie che si occupano di sicurezza di "cancellare le conversazioni". 

Mentre si registra il rifiuto, per ora, da Parigi, di concedere all'ambasciatore russo in Francia la possibilità di incontrare Durov, Jackson Hinkle scrive su X che poco prima di essere arrestato in Francia, dove il suo aereo privato aveva fatto scalo, che "Durov stava trattando direttamente con Putin il suo ritorno in Russia".

Fonti vicine ad ambienti dell'intelligence dicono che "catturare Durov è un vero attacco a Mosca, come prendere 50 spie russe", un arresto che non avrebbe potuto essere portato a termine senza "un accordo tra Mossad israeliano, MI6 inglese, DGSE francese e servizi Usa".     

 

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