21 Agosto 2024
Ali Khamenei, fonte: LaPresse
Sono anni che Israele vuole lanciare la guerra all'Iran. Insiste con l'alleato americano che è necessario fermare il programma nucleare prima che sia troppo tardi, cioè prima che Teheran sviluppi un'arma atomica in grado di sconvolgere l'equilibrio strategico del Medio Oriente. Gli USA hanno sempre frenato, ma allo stesso tempo tutti i presidenti americani recenti hanno dichiarato che sarebbe inaccettabile se l'Iran diventasse uno Stato nucleare, per via della minaccia che costituirebbe per Israele.
La strategia di Barack Obama era quella di negoziare un accordo sul programma nucleare iraniano, garantendo così il monitoraggio dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica sulle attività nucleari del Paese. Donald Trump, invece, ha adottato un approccio più duro, allineandosi alla linea dei neoconservatori: ha ritirato gli Stati Uniti dall'accordo e ha invocato un'intesa più rigida, mentre aumentava le sanzioni sul Paese, seguendo la strategia della "massima pressione".
Il risultato è stato una ripresa delle attività nucleari da parte dell'Iran, tra cui l'arricchimento dell'uranio oltre la soglia consentita dall'accordo ormai annullato. Insieme al continuo sviluppo di missili balistici, sembrava indicare che la Guida Suprema Khamenei avesse autorizzato la ripresa del programma nucleare militare.
Le agenzie d'intelligence americane smentiscono questa ipotesi. Nella nuova valutazione pubblicata poche settimane fa, gli americani dichiarano che l'Iran non sta lavorando per costruire un'arma nucleare. Inoltre, non ci sono prove che Khamenei abbia cambiato idea rispetto agli ordini dati - e fatti rispettare - negli ultimi anni.
"L'Iran non ha un programma nucleare militare attivo", ha dichiarato senza mezzi termini la portavoce dell'Ufficio del Direttore dell'intelligence nazionale USA, come riportato dal Wall Street Journal il 9 agosto scorso. Tuttavia, si menzionano "attività che lo mettono in una posizione migliore per produrre un ordigno nucleare, qualora scegliesse di farlo". La valutazione indica che l'Iran sta riducendo il tempo necessario per acquisire la conoscenza tecnica necessaria, abbreviando così il periodo che gli occorrerebbe nel caso decidesse di procedere effettivamente con la costruzione di un'arma nucleare.
Secondo le agenzie d'intelligence, l'obiettivo principale dell'Iran sembra essere quello di sfruttare le preoccupazioni internazionali per rafforzare la propria posizione negoziale e rispondere alle "pressioni internazionali".
Il Wall Street Journal tenta di presentare il nuovo rapporto come un cambiamento rispetto al passato, ma in realtà la conclusione rimane invariata da molti anni: Teheran ha sospeso il programma nucleare militare già dal 2003. Questa valutazione ufficiale del governo americano è stata cruciale per bloccare i vari tentativi di Benjamin Netanyahu e dei suoi alleati di lanciare un attacco contro l'Iran negli ultimi anni. Sebbene Israele abbia continuato a intervenire con azioni mirate, come l'assassinio di scienziati e ufficiali iraniani, perlomeno non si è verificata una guerra totale.
In questi giorni, l'Iran sta dimostrando ancora una volta la volontà di evitare uno scontro aperto, trattenendosi dal reagire all'assassinio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuto sul proprio territorio, con la speranza di favorire progressi verso un accordo per porre fine alla guerra a Gaza. Non si può escludere un attacco limitato, ma è evidente che la risposta di Teheran sarà attentamente calcolata per gestire le tensioni nella regione senza che sfuggano dal controllo.
Non ci sarebbe da sorprendersi se il governo israeliano cercasse comunque un nuovo pretesto per aumentare le tensioni. Teheran non ha ancora oltrepassato la linea rossa tracciata dai suoi avversari; invece usa la minaccia di farlo come leva per raggiungere i propri obiettivi.
Di Andrew Spannaus.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia