16 Luglio 2024
Donald Trump, fonte: Facebook, @Roberto Saviano
Donald Trump vuole unificare il paese. Così ha annunciato in vista del suo discorso per la convention repubblicana in corso a Milwaukee. Dopo l'attentato del 13 luglio, in cui il Tycoon è scampato alla morte per pochi centimetri, il candidato ha deciso di buttare nel cestino il "discorso duro" che aveva in programma, e di presentarsi in modo più conciliatorio.
Ora conviene, e se lo può permettere: fino a pochi giorni fa Trump era il candidato che minacciava la democrazia, il più grande rischio per l'ordine costituzionale del paese, ma a questo punto le cose sono cambiate. L'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 non è più l'immagine che lo definisce; ora c'è il suo pugno alzato mentre il sangue gli cola dall'orecchio.
La nuova situazione richiede un abbassamento dei toni per evitare il rischio di ulteriore violenza, e soprattutto presenta un'occasione ghiotta per l'ex presidente, quella di capovolgere la situazione rispetto a Joe Biden, che si è sempre presentato come il difensore delle istituzioni. Adesso Trump può indossare questo cappello, dimostrandosi responsabile nel momento di difficoltà.
Può sembrare quasi impossibile per il Tycoon mantenere la calma nei suoi discorsi, conoscendo la sua storia politica. Tuttavia, è da qualche settimana che dimostra già un livello inedito di disciplina. Ha gestito il dibattito contro Joe Biden meglio di quattro anni fa, rifiutandosi di rispondere alle domande nella sostanza, e rigirando tutto al suo avversario. Non aiuta gli elettori a capire i suoi piani, ma risponde alla strategia che deve seguire: far parlare delle debolezze del presidente attuale, piuttosto che rendere l'elezione un referendum su se stesso. Con due candidati poco popolari, chi riesce a mettere l'enfasi sull'altro ha un vantaggio.
Non c'è da scommettere che durerà a lungo la fase conciliatoria di Trump, ma queste sono settimane decisive. Se il repubblicano riesce a consolidare il suo vantaggio nei sondaggi durante i giorni della convention, inizierà l'ultima fase della campagna da una posizione di forza, costringendo i democratici a riprendere il discorso della sostituzione di Biden. Intorno a lui, intanto, non mancheranno i collaboratori che spingeranno la linea più dura, come già avviene: affermano che la retorica dei democratici, definendo Trump sempre come una minaccia all'America, ha creato il clima d'odio che ha generato l'attentato.
È un argomento che non convincerà molti, in quanto il Tycoon è stato il re del linguaggio aggressivo negli ultimi anni, ma la campagna si gioca su pochi indecisi, che devono decidere se tornare o meno a sostenere Joe Biden come hanno fatto nel 2020, allo scopo di fermare il pericolo Trump. L'attentato rende più difficile questa strategia per i democratici e rafforza la narrazione trumpiana in merito alla sua opposizione ai poteri forti, che può attrarre gli elettori scontenti della direzione del paese.
di Andrew Spannaus
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