22 Marzo 2024
Bandiera LGBTQ, fonte: imagoeconomica
Dopo la sentenza espressa dalla Corte Suprema russa, la Russia ha aggiunto il movimento internazionale LGBTQ tra i "movimenti terroristici ed estremisti".
La decisione si legge in un avviso del serivizio di intelligence finanziaria russo, il Rosfinmonitoring, che si occupa della lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo. Il movimento LGBTQ era stato recentemente bandito dalla Corte Suprema russa nel novembre 2023, perché ritenuto "estremista" secondo la linea dello zar Putin, sostenendo di difendere i valori morali e familiari tradizionali dalla "decadenza" dell'Occidente.
Tuttavia, il 'movimento pubblico internazionale LGBT' è una definizione molto vaga. Infatti, non si tratterebbe di un'organizzazione consolidata, ma intenderebbe colpire qualsiasi gruppo o persona che faccia attivismo per la causa LGBT.
La celebre "lista nera" in cui è stato inserito permette al Rosfinmonitoring di congelare i conti bancari delle persone che ne fanno parte. Una lista che fino ad oggi conta circa 14mila persone provenienti dai contesti più svariati: ci sono membri dell'organizzazione terroristica jihadista Al Qaeda, all'azienda tecnologica Meta, padrona di Facebook, Instagram e Whatsapp, fino ad arrivare ai collaboratori e collaboratrici dell'oppositore russo morto in carcere Alexey Navalny.
Oltre alle forti restrizioni, due giorni fa un tribunale russo ha ordinato la custodia cautelare in carcere per due manager di un bar gay di Orenburg, il 'Pose', accusandoli di aver violato il provvedimento stabilito dalla Corte Suprema con il reato di "estremismo di stampo Lgbt".
Si tratta del primo provvedimento di questo tipo, con condanne pesantissime. I due proprietari rischierebbero fino a 10 anni di carcere.
Un risvolto di questo tipo era tuttavia già stato annunciato, quando nel 2022 il presidente della Duma ha proposto di vietare la "propaganda delle visioni non tradizionali", prima di essere sostituita dalla normativa che introduceva una multa fino a 50mila euro (5 milioni di rubli) per chi avesse fatto propaganda legata a "rapporti sessuali non tradizionali, pedofilia e cambio di sesso".
Nel 2013, la Russia ha approvato una legge che vieta la "propaganda gay", introdotta con il dichiarato obiettivo di proteggere i bambini da qualsiasi illustrazione o descrizione, siano esse positive o neutre, di relazioni non-eterosessuali.
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