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Germania in crisi economica e d'identità, 40% elettori verso il voto a partiti alternativi come Afd e BSW. E Scholz corre ai ripari: ok alla Russia per riparazione Nord Stream - RUMORS

La Germania guarda alle prossime Europee con ansia, in procinto di affrontare una crisi che nella storia non le è quasi mai appartenuta. Exploit dei partiti alternativi, tra cui quello di Sarah Wagenknecht, nato l'8 gennaio 2024 ma già al 15% stando ai sondaggi. E in tutto ciò si inserisce il Nord Stream

01 Febbraio 2024

Oggi la Germania è un Paese in crisi d'identità che accetta per mano della propria leadership di essere un oggetto geopolitico e non un soggetto geopolitico. A dimostrarlo sono gli ultimi sondaggi nel Paese teutonico che riflettono lo stato delle cose: circa il 40% della popolazione sarebbe pronta a votare Afd e BSW alle prossime elezioni europee. Di Alternative für Deutschland (Afd) oramai si sa tanto, in primis che tra i temi fondanti abbia l'appoggio alla Russia e la linea contraria all'immigrazione di massa. Ma è l'exploit di Sahra Wagenknecht, 54 anni, leader di Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), partito nazionalista di sinistra a far riflettere ulteriormente.

Germania in crisi economica e d'identità, 40% elettori verso il voto a partiti alternativi come Afd e BSW

O meglio, dovrebbe far riflettere parte dell'establishment tedesco; BSW è stato fondato l'8 gennaio 2024, e secondo vari sondaggi di fine 2023 quando già la Wagenknecht aveva fondato l'associazione, una fetta compresa tra il 12 ed il 20% dei tedeschi sarebbe propenso a votarlo. Si parla di cifre enormi, spropositate per un partito neonato che guarda alle Europee e promette di scombussolare l'assetto politico odierno se questi sondaggi dovessero essere poi rispettati alle urne. Va ricordato come nel programma del partito ci sia la tutela dei salari della gente e dei posti di lavoro.

Ma il Paese, come detto, è in crisi d'identità. Anche economica. Lo dimostra il fatto che l'economia tedesca sia entrata in recessione nel 2023 con un calo dello 0,3% del prodotto interno lordo, peggio della media UE. Non sono solo i cittadini comuni a sollevare 'mal di pancia' ma anche gli intellettuali. Alla base del malcontento ci sono le grane economiche ma soprattutto il ruolo che la Germania ha assunto negli ultimi 80 anni, e cioè di gigante economico ma nano geopolitico. Una sorta di imposizione voluta dagli Usa e di cui i cittadini vogliono ribellarsi al più presto visto che i leader attuali sembrano non rispecchiare la grandezza del Paese, che è riflessa nei grandi pensatori avuti in ambito filosofico, scientifico e musicale. La linea contro la Russia ed i continui sussidi ai migranti hanno spaccato il Paese e rischiano di lacerarlo ancora di più. La popolazione vorrebbe un ritorno all'Ostpolitik, quella politica di collaborazione con la Russia che ha sempre dato i suoi frutti, ma che dopo lo scoppio della guerra in Ucraina si è dissolta.

La Germania sta perdendo la sua leadership ed è anche per questo motivo che ai lati del potere crescono questi nuovi partiti che già raggiungono risultati invidiabili, come dimostra l'avanzata di Afd. Un altro dato: la protesta degli agricoltori è partita proprio dalla Germania.

Il ruolo della Germania oggi, tra l'influenza degli Usa e l'exploit dei Verdi

A farla da padrone ormai sono gli Usa, i quali premono affinché la situazione resti la stessa e non cambi, consci di come un cambio di rotta significherebbe non avere più la stessa influenza di prima sul Paese teutonico. Il sentire profondo della Germania però fatica sempre di più ad accettare quell'enorme senso di colpa anche instillato da Washington negli ultimi 80 anni, soprattutto perché consapevole di essere una delle nazioni leader a livello culturale nel mondo; e la Ue per molti cittadini tedeschi è ormai 'prona' verso gli interessi delle lobby e delle armi. Il sogno è quello di vivere in un Paese che sia non solo esportatore di beni e servizi ma anche capace di decidere e diventare adulto. E la classe politica attuale non soddisfa questo desiderio di una buona fetta della popolazione.

In mezzo a tutto ciò va considerato l'exploit del partito dei Verdi, che raggiunge consensi importanti ma che, tanto per restare nel verde, guarda al proprio "orticello". Il successo del partito rappresenta un successo degli interessi privati ed è lo specchio della crisi d'identità del Paese; la gente si rifugia nella propria dimensione personale ed è incapace di pensare in termini di identità tedesca, di quale sia il ruolo della Germania nel mondo. A ciò si aggiunga che i Verdi tedeschi sono forse il partito più "guerrafondaio" per quanto concerne il conflitto russo-ucraino che ha aperto una ferita anche morale nel Cuore dell'Europa. L'ipotetico voto di protesta che stando ai sondaggi mette in seno un buon 40% dell'elettorato, rappresenta quindi anche una vampata di ribellione per la pace dall'anima profonda tedesca.

E Scholz corre ai ripari: ok alla Russia per la riparazione del Nord Stream

Cosa fa la Germania in tutto ciò? Corre ai ripari. Secondo alcuni rumors raccolti dal Giornale d'Italia, la Germania sarebbe in procinto di dare l'ok alla Russia per la riparazione del Nord Stream. Il gasdotto è stato danneggiato con delle esplosioni lo scorso 26 settembre 2022. A guadagnarci sono stati Paesi come Polonia, Norvegia e Danimarca che un giorno dopo hanno inaugurato il Baltic Pipe. Ma fa anche il gioco americano, che ritrova la sua piena leadership in Europa e continua a vendere più di prima il suo gas liquefatto.

In questo contesto si inserisce la Germania, più precisamente il Ministero dell'Economia, il quale ha capito come la situazione anche in vista delle prossime elezioni sia delicata, e potrebbe dare il benestare al Cremlino per la riparazione. Servono 500 milioni di dollari perché ciò accada

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