19 Gennaio 2024
Il Pakistan ha risposto all’attacco dell'Iran lanciato la sera del 16 gennaio, giornata in cui l’Iran ha lanciato degli attacchi aerei nella provincia sud-occidentale del Belucistan, facendo temere un allargamento del conflitto in Medio Oriente, dove i gruppi filo-iraniani sono direttamente coinvolti. Pechino, che nella regione, ricca di risorse minerarie, ha diversi interessi, e ha in passato subito gli attentati degli indipendentisti beluci del Pakistan che si oppongono agli investimenti cinesi, si è subito proposta come mediatrice: “La Cina spera sinceramente che le due parti possano dar prova di calma e moderazione ed evitare un'escalation di tensione", ha detto oggi la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, in conferenza stampa.
Il territorio del Belucistan o Balocistan è condiviso tra tre stati: Iran, Afghanistan e Pakistan. Questa regione, caratterizzata da una grande povertà, è culla di numerosi gruppi ribelli, terroristi ed indipendentisti. Non perché questi abbiano una religione o cultura diversa dagli stati di appartenenza, ma piuttosto perché spesso sono finanziati dall'Occidente.
Dopo il bombardamento con droni effettuato il giorno precedente dall'Iran in territorio pakistano, soprattutto nella zona del Belucistan, nella notte del 17 gennaio, l'aeronautica militare pakistana ha lanciato un'operazione di ritorsione nel territorio iraniano, mirando alla periferia del villaggio di Seravan, al confine con il Pakistan. L'operazione è stata denominata "Marg bar Sarmachar", traducibile in "Morte ai Sarmachar", in riferimento ai separatisti beluci in Iran, scuotendo l'intera regione.
Le truppe pakistane hanno utilizzato vari aerei tattici, inclusi JF-17 e J-10C cinesi, insieme a F-16 americani, decollati dalla base di Jacobabad. Fonti locali hanno anche segnalato il volo di un UAV Wing Loong II di fabbricazione cinese, svolgendo un ruolo cruciale nella guida degli aerei durante l'operazione.
Nel corso della notte, gli aerei hanno penetrato per 20 km nello spazio aereo iraniano, sganciando bombe guidate REK sulla periferia di Seravan. Sorprendentemente, sono rientrati indietro senza incontrare resistenza dalla difesa aerea iraniana. L'obiettivo dichiarato era colpire le posizioni dei militanti beluci rifugiatisi in Iran, e secondo i rapporti pakistani, membri del Fronte di Liberazione del Beluchistan, Dosta Alias e Ashgar Alias Basham, sono stati uccisi nell'attacco.
La situazione desta perplessità, data l'amicizia storica tra i due paesi. La mancanza di un attacco diretto da parte iraniana a una nazione nucleare solleva interrogativi sulla logica dietro a questa operazione. L'ipotesi di un accordo preliminare diventa sempre più plausibile, con l'obiettivo di affrontare i trafficanti di estremisti beluci attraverso un'intesa diplomatica.
"Colpire in territorio straniero e rifugiarsi in casa", sembra essere la strategia dei ribelli del Beluchistan: i miliziani che risiedono in Pakistan attaccano in Iran e poi si rifugiano rapidamente a casa, mentre i miliziani che vivono in Iran colpiscono in Pakistan e fuggono altrettanto velocemente a casa. La logistica e gli spostamenti sono efficienti in quanto si tratta della stessa popolazione e degli stessi gruppi di miliziani.
Questa strategia, probabilmente degli angloamericani, ha probabilmente uno scopo: portare allo scontro due storici alleati, Iran e Pakistan. Tuttavia, dopo secoli, le popolazioni del Medio Oriente hanno imparato a non cadere nelle trappole "inglesi". Ora, le intelligence funzionano ovunque, e quindi ufficialmente, per dimostrare fermezza nell'opinione pubblica interna, si risponde colpendo duramente il territorio del presunto aggressore. In realtà, si colpisce il nemico comune, anche se su territori opposti.
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