05 Gennaio 2024
Fonte foto: @ChrisExcel102i Twitter
Oscar Pistorius, l'ex atleta paralimpico sudafricano è stato rilasciato dal carcere di Atteridgeville, dopo aver scontato quasi 9 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata, Reeva Steenkamp, uccisa per "gelosia". Pistorius era stato condannato per omicidio a 13 anni e cinque mesi per aver sparato più volte alla donna, attraverso la porta del bagno di casa, all'alba del 14 febbraio 2013. Adesso avrà l'obbligo di sottostare alle condizioni di libertà vigilata fino al 2029. Pistorius, dalle prime indiscrezioni, si trova già nella villa dello zio Arnold Pistorius, a Waterkloof, quartiere ricco di Pretoria.
Divieto di consumare alcolici e di rilasciare interviste ai media. Sono queste alcune condizioni di libertà vigilata a cui Oscar Pistorius, ex paralimpico, dovrà sottostare fino al 2029. L'atleta è stato giudicato colpevole dell'omicidio della sua fidanzata, Reeva Steenkamp, avvenuto nelle prime ore del giorno di San Valentino del 2013, nonostante, in tutti questi anni, Pistorius ha sempre sostenuto di aver sparato perché convinto che dietro la porta del bagno ci fosse un ladro, non la sua fidanzata. "Pistorius sarà monitorato fino alla data di scadenza della sua pena, nel 2029. L'elevato profilo pubblico legato a Pistorius non lo rende diverso dagli altri detenuti né giustifica un trattamento incoerente con la legge. Di conseguenza, i dettagli in termini di piani di trasporto e tempi di rilascio non saranno resi pubblici. La divulgazione di tali dettagli può comportare una minaccia alla sicurezza del detenuto e delle altre parti interessate. Le condizioni generali per la libertà vigilata si applicheranno a Pistorius. Per esempio, dovrà sempre trovarsi a casa in determinate ore del giorno. Non potrà consumare alcol e altre sostanze proibite. Sarà inoltre obbligatoria la partecipazione ad altri programmi di riabilitazione".
Una volta arrivata la notizia della scarcerazione di Oscar Pistorius, non si è fatto attendere il commento della madre di Reeva Steenkamp, June, la donna uccisa dall'ex atleta paralimpico l'alba del 14 febbraio 2013. "Le condizioni imposte dal comitato per la libertà vigilata, che includono corsi di gestione della rabbia e programmi sulla violenza di genere, inviano un chiaro messaggio che la violenza di genere viene presa sul serio. C'è stata giustizia per Reeva? Oscar ha scontato abbastanza tempo? Non potrà mai esserci giustizia se la persona amata non tornerà mai più, e nessuna quantità di tempo riporterà indietro Reeva. Noi, che rimaniamo indietro, siamo quelli che scontano l'ergastolo".
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