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Gaza, la proposta di Israele: “2 settimane di tregua in cambio di ostaggi”, dura replica di Hamas: “Nessun accordo senza cessate il fuoco duraturo”

L’organizzazione palestinese: “L’accordo di scambio può essere raggiunto, ma non senza un cessate il fuoco duraturo e la fine della guerra”

22 Dicembre 2023

Striscia di Gaza: cos'è, chi ci vive e perchè israeliani e palestinesi ci stanno combattendo

La striscia di Gaza, in Palestina. Fonte: Twitter @CamarcaJuri

Alcuni funzionari israeliani stanno discutendo altre proposte per convincere Hamas a un negoziato che porti ad un nuovo scambio di ostaggi, nonostante la fazione islamica abbia chiesto come condizione ineludibile per questo la fine della “aggressione” a Gaza.

Una delle possibilità studiate è quella di una tregua di 2 settimane in cambio di decine di ostaggi. In precedenza la fazione islamica ha respinto una proposta di una settimana di tregua in cambio di 40 rapiti. E anche in questo caso la replica di Hamas non si è fatta attendere.

Gaza, la proposta di Israele: “2 settimane di tregua in cambio di ostaggi”, dura replica di Hamas: “Nessun accordo senza cessate il fuoco duraturo”

“L’accordo di scambio può essere raggiunto, ma non senza un cessate il fuoco duraturo e la fine di questa guerra contro il popolo palestinese”, ha detto Husam Badran dell’ufficio politico del gruppo con un riferimento agli ostaggi trattenuti da Hamas nella Striscia di Gaza dall’attacco del 7 ottobre in Israele e ai prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Poi, ha proseguito, “tutte le questioni saranno oggetto di trattative e potranno essere messe sul tavolo”.

Paolo Pezzati (Oxfam): “Lasciare la popolazione di Gaza senza acqua e cibo costituisce un crimine di guerra del governo israeliano”

A Gaza, nel frattempo,  la situazione continua a peggiorare. In risposta al Rapporto sulla classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare (Ipc), che lancia l’allarme sul rischio di carestia con la prosecuzione del conflitto e del blocco all’ingresso degli aiuti a Gaza, Paolo Pezzati, portavoce di Oxfam Italia per le crisi umanitarie, ha dichiarato che “lasciare la popolazione di Gaza senza acqua e cibo è un atto premeditato e costituisce un crimine di guerra del governo israeliano”.

“La catastrofe umanitaria in corso è la prova inconfutabile che gli attacchi di Israele hanno portato al collasso il già fragile sistema alimentare nella Striscia”. Secondo Pezzati, “il 90% della popolazione, pur salvandosi dagli attacchi, potrebbe morire di fame”. Il portavoce di Oxfam sostiene che “senza un immediato cessate il fuoco e un massiccio ingresso di aiuti, Gaza non potrà che finire nella morsa della carestia. È inconcepibile che nel 2023 la fame venga usata come arma di guerra contro donne, bambini, neonati, anziani e persone malate. L’orrore provato da ogni madre incapace di nutrire il proprio figlio è l’orrore che tutta Gaza oggi sta vivendo”.

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