11 Dicembre 2023
Fonte: Imagoeconomica.it
Nella bozza di accordo della Cop 28 non è prevista alcuna uscita dai combustibili fossili e non viene mai citato il petrolio. Niente male per il vertice che si prefigge di arrivare alle zero emissioni entro il 2050.
Nelle21 pagine della quarta bozza del Global Stocktake (il bilancio globale sugli impegni e le azioni da intraprendere) non ci sono mai scritte le parole petrolio e gas e non c’è l’uscita dai combustibili fossili, per i quali si invita solo a una “riduzione sia del consumo sia della produzione”.
Nel documento, tra l’altro, si evita di utilizzare anche i due termini, phase out e phase down, su cui da sempre c’è una diatriba. Di fatto, c’è una riduzione, ma non un'eliminazione. Discorso a parte per il carbone, su cui l’impegno alla eliminazione graduale è un risultato già ottenuto alla Cop 27.
Tra le azioni l’accelerazione attesa sulle rinnovabili, ma anche la spinta al nucleare e alla cattura e stoccaggio di anidride carbonica, a cui si spalancano le porte. In un’altra direzione andava il discorso pronunciato in mattinata dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel quale gli elementi necessari a un accordo ambizioso c’erano tutti. Gli stessi indicati anche dal Boga (Beyond Oil & Gas Alliance) l’alleanza di governi che dalla Cop 26 lavora per facilitare l’eliminazione graduale gestita della produzione di petrolio e gas.
Il punto, però, è che quegli elementi non sono ancora nella bozza del Global Stocktake. Non sono bastate maratone di negoziati, ore e ore di attesa e conferenze slittate perché l’ultima versione, ormai la quarta, desse forma concreta all’accordo tanto invocato.
Per molti questa bozza potrebbe rappresentare un compromesso, visti gli ostacoli posti da diversi Paesi, ma c’è chi non la pensa così. “La Repubblica delle Isole Marshall non è venuta qui per firmare la nostra condanna a morte. Siamo venuti qui per lottare per l’1,5 e per l’unico modo per realizzarlo: l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Ciò che abbiamo visto oggi è inaccettabile” ha commentato John Silk, ministro delle Risorse naturali e del Commercio della Repubblica delle Isole Marshall. Anche lui, come il web, pensa che la Cop28 sia “una farsa”.
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