15 Novembre 2023
Recep Tayyip Erdogan (fonte: Lapresse.it)
Duro attacco di Erdogan contro Netanyahu, con il leader della Turchia (un Paese della Nato) arrivato a definire Israele uno "Stato terrorista", in riferimento ai bombardamenti su migliaia di civili palestinesi in atto da settimane nella Striscia di Gaza. Erdogan non ha poi esitato a difendere Hamas, ricordando trattarsi di un partito politico appoggiato dalla popolazione palestinese e, a suo avviso, impegnato nella difesa della propria patria. Nel frattempo un'indiscrezione di Bloomberg accende le polemiche negli Stati Uniti. Il sito di informazioni, infatti, rivela che Washington starebbe segretamente trasferendo tonnellate di armamenti in Israele, oltre a quelli ufficialmente approvati dal congresso.
"Israele è uno Stato terrorista che commette crimini di guerra, mentre Hamas sta proteggendo la sua patria ed è un partito politico che ha vinto le elezioni, quindi legittimo". Queste le parole rivolte da Erdogan al primo ministro israeliano Netanyahu durante una riunione dell'Akp al parlamento turco.
Il "rais" ha quindi continuato: "Hamas è composto da combattenti della resistenza che lottano per proteggere la loro patria e le loro vite, al di là del disagio che ciò potrebbe causare".
Oltre a questo, poi, l'uomo forte di Ankara ha annunciato che il Paese anatolico intendere portare i capi israeliani davanti ad un tribunale internazionale: "La Turchia adotterà misure per garantire che i leader politici e militari che massacrano in modo spietato gli abitanti di Gaza siano processati nei tribunali internazionali".
Nel frattempo situazione politica incandescente anche oltre oceano, dopo che la rivelazione di Bloomberg secondo cui gli Usa starebbero passando in segreto tonnellate di armamenti ad Israele ha acceso le proteste a Washington, dove negli ultimi giorni migliaia di funzionari federali hanno manifestato contro l'appoggio incondizionato a Tel Aviv.
Secondo il sito di informazione il pentagono starebbe provvedendo ad inviare in Israele 2000 missili Hellfire, 300 intercettori Tamir (indispensabili per il funzionamento della difesa missilistica Iron Dome), 75 blindati JLTV, decine di migliaia di munizioni d'artiglieria calibro 155 (le stesse per mesi richieste da Kiev e delle quali Washington assicurava non esserci disponibilità) e centinaia di mortai da 120.
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