03 Novembre 2023
Biden e Netanyahu, fonte: Facebook @Massimo Barbieri
La Camera Usa ha approvato una tranche di "aiuti" militari importanti per Israele. 14,5 miliardi di dollari. Fondi importanti che dimostrano come Biden e Netanyahu nonostante i continui ammonimenti del primo, vadano d'amore e d'accordo. Il presidente americano deve però fare i conti con il rifiuto da parte della Camera, a maggioranza repubblicana, che ha negato di legarli a quelli per l'Ucraina. Sì perché c'è anche la questione dell'altra guerra a tenere banco, che, come ha affermato Meloni durante lo scherzo telefonico dei due comici russi, "ha stancato".
Per Israele 14,5 miliardi di "aiuti" militari da parte degli Usa, che conferma la linea bellica nel conflitto in corso. Nella giornata di oggi è anche arrivato a Tel Aviv il segretario di Stato Blinken dove incontrerà il premier Netanyahu per fare il punto della situazione. Il pacchetto è stato presentato dai repubblicani mentre Biden era intenzionato a mettere il veto alla proposta per separarli da quelli verso Kiev.
La Casa Bianca aveva proposto un pacchetto che comprendesse aiuti per entrambi i Paesi, stimati in 106 miliardi di dollari. Al Congresso si era fatto riferimento anche al sostegno a Taiwan e al rafforzamento della sicurezza dei confini. Ma non c'è dubbio che la misura richieda di essere finanziata con tagli ad altre spese del governo.
Se il sostegno ad Israele è stato messo nero su bianco, diversa è la questione per quanto riguarda l'Ucraina, sulla quale è già da tempo cominciata la "maretta" in Europa e non solo. Tel Aviv è un alleato storico degli Stati Uniti in guerra con Hamas, diversa la questione dall'altra parte. È vero che Washington, dati alla mano, rimane ancora il primo fornitore per quanto riguarda armi e munizioni, ma è altrettanto vero che la Camera, a maggioranza repubblicana, ne ha abbastanza e chiede l'immediata cessazione dei rifornimenti.
Una nuova gatta da pelare per Joe Biden. Il neo eletto Speaker della Camera Mike Johnson, sembra disposto ad accontentare la richiesta dei colleghi di partito.
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