29 Ottobre 2023
Lukashenko, fonte: imagoeconomica
La guerra in Ucraina è passata in secondo piano, complice anche lo scoppio del conflitto in Medioriente. Non c'è dubbio però che in questa fase si stia vivendo un momento di "grave stallo", come dichiara il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Per questo i due Paesi devono "sedersi a negoziare".
L'ipotesi del 'cessate il fuoco' è in piedi solo se Ucraina e Russia ci credono. Lukashenko ha dichiarato: "Ci sono abbastanza problemi da entrambe le parti, nessuno può fare nulla per rafforzare o far avanzare la propria posizione. Sono lì testa a testa, trincerati. La gente sta morendo. Dobbiamo sederci al tavolo dei negoziati e trovare un accordo".
Il presidente bielorusso, alleato di Putin, auspica la pace. E ha posto l’accento anche sulla necessità di avviare trattative “senza precondizioni” e che le richieste di Kiev, ovvero il ritiro completo dai territori controllati da Mosca durante il conflitto e dalla Crimea, devono essere discusse "così che nessuno muoia. L’obiettivo principale è che sia dato l’ordine di fermarsi”.
Non è così facile però. Putin, problemi di salute fake a parte, ha tutta la voglia di arrivare fino in fondo, anche di fronte a problemi che si possono incontrare in una guerra lunga e logora. Nei giorni scorsi il presidente russo ha accolto le delegazioni di Hamas e dell'Iran. Una mossa che ha scatenato l'ira di Israele: "Passo osceno che legittima le azioni dei terroristi". Dall'altra parte Zelensky è convinto che "l'appoggio al piano di pace sta diventando globale".
Lukashenko ha incontrato ieri il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov a Minsk. Un'occasione che ha avuto lo scopo di chiedere una conversazione telefonica con il presidente della Russia, Vladimir Putin, affinché si possa creare un asse per tornare al tavolo delle trattative.
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