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Nagorno-Karabakh, Erdogan accolto dal presidente azero Aliyev: così Ankara garantisce a Baku la conquista

Il presidente turco Erdogan incontra il collega azero Aliyev all'indomani della conquista del Nagorno-Karabakh. Un'occasione per Ankara per congratularsi e, soprattutto, raccogliere i frutti del proprio appoggio

25 Settembre 2023

Nagorno-Karabakh, Erdogan accolto dal presidente azero Alyev: così Ankara garantisce a Baku la conquista

Recep Tayyp Erdogan, Ilham Aliyev; Fonte: Anadolu Agency

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato accolto dal presidente azero Ilham Aliyev per un faccia a faccia a margine della (ri) conquista da parte di Baku del Nagorno-Karabakh, regione a maggioranza armena contesa con Erevan. Il bilaterale tra i due alleati si è tenuto in Nakchivan, exclave dell'Azerbaijan in territorio armeno (al confine con la Turchia), nella giornata di oggi, lunedì 25 settembre.

Erdogan incontra il Presidente azero Aliyev dopo la vittoria in Nagorno-Karabakh

La Turchia si presenta da anni come principale alleato (seguito a ruota da Israele) dell'Azerbaijan. A partire dal 2020 (anno della guerra dei 44 giorni contro l'Armenia) il governo Erdogan ha rifornito con crescente intensità le forze armate azere di fondi e armamenti, in particolare gli ormai rinomati, dopo l'efficienza dimostrata nel teatro ucraino, droni kamikaze con cui il Paese del Caucaso orientale ha in poche settimane avuto ragione delle lente (e costose) divisioni corazzate di Erevan.

La vittoria del 2020 aveva permesso all'Azerbaijan di riprendere il controllo su larghi territori del Nagorno-Karabakh, regione ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite come territorio azero ma la cui popolazione etnicamente armena da anni ne reclama l'indipendenza. All'occupazione militare si era accompagnata la sconfitta delle forze armate armene inviate da Erevan a sostenere gli indipendentisti del Nagorno-Karabakh.

Una vittoria importante per Baku, replicata in questi giorni dall'ulteriore espansione nell'area, ormai completamente sotto il suo controllo. Un'espansione a cui, questa volta, Erevan non ha voluto opporsi. L'operazione lampo, appena 24 ore, di settembre, quindi, si presenta per il presidente azero Aliyev come un successo personale di primo rilievo, ma l'uomo forte di Baku non è il solo leader della regione a festeggiare. Il rafforzamento della repubblica musulmana nel Caucaso viene guardato con grande, grandissimo favore da Ankara, partner privilegiata e negli ultimi anni impegnata a promuovere quel panturchismo che dalla penisola anatolica ha per secoli unito decine di popolazioni fino allo Xinjiang. 

Baku è tassello cardine della politica estera di Ankara: Aliyev lo sa e, per adesso, apprezza il proprio ruolo nel disegno di Erdogan

Maestoso disegno della geopolitica erdoganiana, la creazione di una sfera di influenza delle diverse nazioni turcofone passa necessariamente dalla piccola repubblica dell'Azerbaijan, per la sua posizione cardine di volta di tre diverse potenze con aspirazioni globali. Attorno a Baku si stagliano infatti russi, iraniani e, appunto, turchi. Se i primi due soggetti, tuttavia, da anni si fanno sostenitori delle istanze armene (nonostante negli ultimi mesi Erevan sembrerebbe aver iniziato a scarrellare nei confronti di Washington, nuovo attore nell'area e, certamente, fautore di future frizioni locali), Ankara è la sola grande cancelleria confinante ad offrire ad Aliyev il proprio appoggio. 

La vittoria di Baku nel 2020 e quella della settimana scorsa grazie al sostegno turco, quindi, porta come diretto corollario non solo l'aumento dell'influenza di Ankara sull'Azerbaijan (Paese, è nota d'interesse, da cui l'Italia dipende per il 10% del proprio import di gas) ma anche la possibilità per il sultano di applicare con crescente efficienza punti di pressione su due dei principali attori globali, Teheran e Mosca, tramite il ricorso ad un Paese la cui lealtà è ormai stata trasformata dalla dipendenza in campo militare in fedeltà. 

Una fedeltà (oltre a quella quella che è sembrata agli osservatori presenti sincera riconoscenza) dimostrata nell'accoglienza trionfale accordata dal Presidente Aliyev al collega Erdogan. Un collega da cui, nonostante le faraoniche parate militari, oggi dipende completamente.

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