29 Agosto 2023
Twitter: @WarMonitors
La nuova ipotesi sulla morte di Prigozhin ruota intorno al sistema dell’aria condizionata del jet. Settimane prima del volo erano stati segnalati dei problemi tecnici e qualcuno era salito a bordo del veicolo per risolvere il guasto. Gli investigatori che stanno studiando il caso hanno ipotizzato un collegamento tra la risoluzione del guasto e l’inserimento di un ordigno all’interno dell’impianto dell’aria condizionata.
L’incognita che ruota intorno alla morte del capo dei mercenari Wagner ha aperto un’altra pista che sembrerebbe confermare la presenza dell’ordigno che sarebbe esploso durante il volo del jet. Ma prima di entrare nel merito delle dinamiche, rimangono ancora aperte le altre tre ipotesi sull’incidente. Innanzitutto, Prigozhin è stato dato morto dalla Russia. Questo lascia pensare che si tratti di una strategia di guerra e che in realtà il capo del gruppo Wagner non sia realmente morto, bensì nascosto per evitare di essere ucciso dalle diverse minacce che aveva collezionato negli anni. D'altronde, dopo la marcia su Mosca di due mesi fa, la sua presenza in Russia non fu notata da nessuno e, mentre il capo Wagner discuteva con il Cremlino, si pensava che Prigozhin fosse in Bielorussia.
Dall’altra parte c’è chi sostiene sia stata opera di Putin, che in un solo colpo sarebbe riuscito a liberarsi definitivamente della triade a capo del gruppo Wagner, esattamente due mesi dopo l’ammutinamento. Un ordigno sarebbe stato nascosto nel jet per poi farlo esplodere durante il volo. C’è poi un’ultima ipotesi che invece incolperebbe il ministro della Difesa russo, Sojgu, criticato ferocemente da Prigozhin durante tutta la permanenza dei Wagner in Ucraina. Resta quindi ancora molto difficile districarsi tra la fitta rete che si crea per la propaganda russa, l’unica ad aver raggiunto i resti dell’aereo.
Attorno alla morte si addensano quindi diverse congetture, ma un’ultima ipotesi potrebbe confermare la presenza di un ordigno sulla vettura. A far riflettere, è stato il guasto al sistema dell’aria condizionata del jet. Secondo quanto riportato dal Moskovsky Komsomolets, il condizionatore avrebbe avuto un guasto lo scorso 18 luglio: imprevisto che avrebbe richiesto la costruzione di un nuovo sistema.
L’operazione si sarebbe conclusa lo scorso 20 agosto: un lasso di tempo non indifferente, che avrebbe potuto fornire agli attentatori l’opportunità di piazzare l’ordigno nella componente. Inoltre, secondo il giornale russo, durante le riparazioni hanno avuto accesso all’Embraer tre persone: due ingegneri, Sergey Kitrish e Alexey Anshukov, e il direttore tecnico Minchenkov. Adesso le indagini continueranno a seguire la nuova pista per capire se ci sia stata un’organizzazione preventiva che avrebbe così inserito l’ordigno durante i lavori.
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