11 Agosto 2023
fonte: Shutterstock
L’intelligence della Repubblica Popolare avrebbe arrestato un cittadino cinese con l’accusa di aver fornito informazioni militari sensibili alla Cia. A rivelarlo è stato oggi, venerdì 11 agosto, il Ministro della Sicurezza dello Stato, che ha identificato la presunta talpa con il semplice cognome, Zeng, e affermato che l’uomo lavorasse per una non precisata azienda del complesso militare industriale del dragone, in una posizione tale da permettergli l’accesso ad una gran mole di materiale sensibile.
Secondo quanto riportato dal Ministro nel suo comunicato, Zeng, 52 anni, era stato mandato dall’azienda in Italia, non viene specificato dove, per seguire dei corsi di formazione della durata di alcuni mesi. Qui sarebbe stato apparentemente avvicinato da un funzionario dell’ambasciata statunitense, con il quale si sarebbe nel tempo sviluppato uno “stretto legame”, favorito da inviti a feste esclusive, escursioni e serate all’opera.
Il Ministro continua quindi dicendo che con l’approfondirsi del legame tra i due, l’americano avrebbe ammesso a Zeng di non essere un semplice funzionario dell’ambasciata, ma un agente della Cia. A questo punto, stando alla ricostruzione, l’uomo avrebbe offerto al cinese un “importante contributo economico” e la possibilità di emigrare negli Stati Uniti con la propria famiglia. In cambio, la richiesta di informazioni riservate riguardanti l’apparato militare cinese, informazioni a Zeng accessibili.
L’idea di Pechino, quindi, è che l’uomo avrebbe accettato e, conclusi i corsi di formazione, sarebbe rientrato in patria, alla propria azienda. Nelle settimane e nei mesi successivi avrebbe incontrato in diverse occasioni uomini della Cia, non è chiaro se in Cina o all’estero, ai quali avrebbe passato un gran numero di documenti confidenziali.
Dopo la ricostruzione di quanto, secondo l’intelligence cinese, avvenuto, il Ministro ha assicurato che nei confronti dell’uomo sono state prese le “doverose misure”. Quali tali misure siano, tuttavia, è una domanda alla quale non è ancora stata fornita risposta. Come senza risposta i dubbi attorno al modo con cui l’intelligence sia risalita a Zeng.
Ciò che invece appare chiaro a diversi osservatori, è la volontà di fare del caso del 52enne un caso esemplare. Non sembra infatti una coincidenza l’enfasi data dal governo di Pechino, che ha scomodato addirittura un Ministro, nel rendere pubblico un caso per il quale, di solito, si cerca il riparo dall’opinione pubblica.
In molti puntano il dito su quanto successo poche settimane fa negli Stati uniti, con due marinai della marina americana arrestati tra molti squilli di tromba mediatici per aver passato informazioni alla Repubblica Popolare. L’annuncio di oggi da parte del Ministro, apparentemente, potrebbe essere un modo per bilanciare il tavolo, e ricordare come il gioco delle spie sia giocato allo stesso modo e senza troppi imbarazzi su entrambe le sponde del Pacifico (e non solo).
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