04 Luglio 2023
Fonte: Twitter @CGTNOfficial
L'Aiea ha dato l'ok al versamento dell'acqua radioattiva di Fukushima presente nella centrale nucleare nell'Oceano Pacifico. La mossa si inserisce nel quadro di smantellamento della stessa centrale e secondo l'Agenzia internazionale per l'energia atomica rientrerebbe negli "standard di sicurezza dell'Onu". L'impatto radiologico per la popolazione e l'ambiente sarebbe "trascurabile". Un gesto però che non piace alla Cina che parla di un report frettoloso, ed accusa: il Pacifico "non è la vostra fogna".
L'acqua è sempre rimasta dentro la centrale dopo che Fukushima è stata devastata dalla triplice catastrofe (sisma, tsunami, incidente nucleare) dell'11 marzo 2011. Mille serbatoi pieni per oltre un milione di tonnellate d'acqua. La stessa acqua è quella dell'oceano che fu usata dopo per raffreddare i reattori danneggiati e altamente radioattivi dopo l'incidente.
Il Giappone, che stamane ha accolto la visita del capo dell'Aiea Rafael Grossi ha urgenza di liberarsene perché la presenza di serbatoi pieni d'acqua impedisce lo smantellamento della centrale nucleare, e tenerla lì dentro è un rischio nel caso in cui dovesse verificarsi un terremoto o un altro tsunami. Grossi ha incontrato il premier giapponese Fumio Kishida per riferire dell'ok al piano stilato nel 2021 e contestato da tutti: Cina, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. Da tutti tranne che dall'Aiea che non vede rischi nel rilascio nell'oceano.
La Cina "si rammarica della frettolosa pubblicazione del rapporto da parte dell'agenzia'dell'Onu. Riteniamo che i rapporti delle agenzie non possano servire da 'talismano' e 'passaporto' per il Giappone per scaricare in mare". L'Aiea ha dimenticato di aver "valutato l'efficacia a lungo termine delle apparecchiature di depurazione del Giappone e non ha confermato l'autenticità e l'accuratezza dei dati sull'acque inquinata dal nucleare". Le sue decisioni "sono relativamente limitate e unilaterali".
Per Pechino lo scarico delle acque nell'oceano presenterebbe preoccupazioni da non sottovalutare. "Per considerazioni di costo economico il Giappone ha ignorato le preoccupazioni e l'opposizione della comunità internazionale e ha insistito per scaricare l'acqua contaminata dal nucleare in mare, utilizzando l'oceano Pacifico come una fogna".
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