12 Giugno 2023
Rutte, von der Leyen, Saied e Meloni, fonte: imagoeconomica
Prima mini intesa in Tunisia col premier Saied dove Ursula von der Leyen accompagnata da Giorgia Meloni e dal premier olandese Mark Rutte ha stanziato 150 milioni per il Paese che rischia il default. Troppo pochi tant'è che la presidente della Commissione ha promesso di arrivare fino a "900 milioni". Per la premier italiana "è un passo importante, dobbiamo arrivare al Consiglio europeo con un memorandum già siglato tra l'Ue e la Tunisia".
Al tavolo del palazzo presidenziale dove ad attenderli c'era Saied, i quattro hanno affrontato dossier a dir poco spigolosi, dalla gestione dei migranti alla necessità di un'intesa tra Tunisia e Fmi. Meloni in Tunisia c'era già stata qualche giorno fa, da sola. Ma la situazione nel Paese nordafricano che rischia di diventare una nuova Libia chiede un intervento importante, anche alla luce del continuo rialzare la posta del premier tunisino.
In attesa di sciogliere il nodo Fmi l'Ue sborserà sin da subito 150 milioni di euro. Denari non sufficienti per Saied che ha sempre chiesto un'intervento "alla turca", con riferimento ai 6 miliardi stanziati ad Ankara in tema immigrazione. I 900 milioni arriveranno solo dopo la difficile intesa tra Saied e il Fondo monetario che chiede diverse riforme al Paese prima di poterlo sostenere finanziariamente.
Un'intesa che stando alle parole del premier tunisino è ancora lontana. Saied ha invitato il Fondo a "rivedere le sue ricette" ed evitare "diktat", sottolineando che gli aiuti da 1,9 miliardi, sotto forma di prestiti, "non porteranno benefici" alla popolazione. La dichiarazione congiunta fa riferimento ai principali nodi legati ai migranti: le morti in mare, la necessità di aumentare i rimpatri dell'Europa degli irregolari, la lotta ai trafficanti.
Meloni ha annunciato "una conferenza su migrazione e sviluppo in Italia, che sarà un ulteriore tappa nel percorso del partenariato" tra l'Ue e Tunisi mentre Saied che la Tunisia assicurerà il rispetto dei diritti umani e si impegnerà nella chiusura delle frontiere sud del Paese. Ma il presidente non molla del tutto e non dà garanzie sul fatto di poter ospitare anche i migranti subsahariani: "L'idea, che alcuni sostengono segretamente, che il Paese ospiti centri per i migranti in campo di somme di danaro è disumana e inaccettabile".
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