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007 al lago Maggiore, spunta l'ipotesi per cui l'Iran avrebbe cercato di rubare segreti nucleari al centro di ricerca Euratom

Secondo indiscrezioni non confermate, i 21 agenti italo-israeliani naufragati il 28 maggio al lago Maggiore, erano coinvolti in un'operazione di controspionaggio ai danni dei servizi iraniani per tutelare il CCR Euratom

07 Giugno 2023

007 al lago Maggiore, spunta la teoria per cui l'Iran avrebbe cercato di rubare segreti nucleari al centro di ricerca Euratom

Fonte: Wikimedia Commons

Dopo l’affondamento nel lago Maggiore del 28 maggio dell’imbarcazione Gooduria con a bordo 21 agenti segreti italiani e internazionali, aumentano le teorie su quanto sia accaduto quel giorno e sui motivi per i quali così tanti 007 si trovassero lì. Tra le ipotesi che sembra avere più seguito, quella che parla di una missione di controspionaggio ai danni dei servizi iraniani, forse intenzionati a rubare segreti sulle tecnologie nucleari studiate nel centro di ricerca di Ispra, in provincia di Varese, Euratom.

Il 28 maggio affonda una barca nel lago Maggiore, a bordo 21 agenti segreti italiani e israeliani

Continua il lento gocciolio di informazioni emergenti dopo i fatti del 28 maggio nel lago Maggiore, quando l’imbarcazione che trasportava 21 agenti dei servizi segreti italiani e israeliani dall’Isola dei Pescatori alla terra ferma è affondata uccidendo 4 persone. Le prime ricostruzioni ufficiali si erano affrettate a parlare di un banale pranzo tra persone che in passato si erano trovate a lavorare insieme, stringendo tra loro rapporti personali, oltre che professionali.

Con il passare dei giorni, però, e l’ammassarsi di informazioni, sempre sussurrate, sempre poco coperte dai grandi media, sempre presunte, inizia a farsi più definito il quadro di un pranzo che di “vacanziero” sembra avere avuto ben poco. Le diverse visite informali del premier israeliano Benjamin Netanyahu all’isola (che conta a malapena 50 abitanti), ad esempio, o l’attenzione degli 007 per l’impennata, da un anno a questa parte, di grandi ville affittate in tutta l’area a cittadini di origine est europea, probabilmente russa, fanno alzare parecchi dubbi e teorie su quanto sia realmente accaduto quel giorno e quanto, soprattutto, stia accadendo in queste settimane nel varesotto, a quanto pare vivace punto di raccolta per diversi interessi dello spionaggio internazionale.

Aumenta l’interesse per l’ipotesi di una missione di controspionaggio ai danni dell’Iran, forse interessato ai segreti industriali del CCR Euratom

Tra le varie teorie che sembrano slanciarsi verso la luce del sole, lasciandosi alle spalle il groviglio di un sottobosco di informazioni contrastanti, a guadagnare più consenso sembra essere quella che vede negli obbiettivi dei 21 agenti italo-israeliani i movimenti di un Paese ben preciso. Un Paese temuto, tanto dall’Italia quanto, soprattutto, da Israele: l’Iran. La Repubblica Islamica sarebbe finita nel mirino degli 007, poi, per un motivo altrettanto temibile, l’accesso a tecnologie per lo sviluppo di un’industria nucleare ed il trattamento delle scorie.

Stando a quanto avrebbero raccontato alcuni proprietari di una barca ormeggiata nel porticciolo di Piccaluga di Lisanza (lo stesso in cui l’ormai famoso skipper Claudio Carminati e la defunta moglie russa Anna Boskhova tenevano la loro Gooduria) il sabato prima del naufragio Carminati e Boskhova avrebbero accennato, chiacchierando con loro, di un impegno per il giorno successivo con il proprio mezzo. In particolare, continua l’indiscrezione, la Gooduria avrebbe dovuto trasportare un gruppo di persone legate al centro di ricerca di Ispra, paese a 10 chilometri dal luogo dell’incidente, Euratom.

L’Euratom non è un centro di ricerca qualunque: nato agli inizi degli anni ’50, è considerato oggi uno dei più importanti poli di ricerca al mondo nel settore dell’energia nucleare e delle tecnologie ad esso legate. Per la sua particolare natura, è considerato strategico per l’Italia, cosa questa che fa ricadere su di esso una particolare attenzione da parte dei nostri servizi segreti. Il centro è costantemente sotto osservazione e non è difficile immaginare che possa essere vittima di tentativi di spionaggio da parte di nazioni estere, e nemiche.

Il solo contesto, tuttavia, non basterebbe a sostenere l’ipotesi che vuole i 21 agenti naufragati impegnati in un’azione di controspionaggio volta a contrastare attività illecite di Teheran sul nostro territorio. A puntellare la teoria, però, arriva un servizio dell’israeliano Channel 12 News, poi ripreso con un articolo del 2 giugno anche dal quotidiano Haaretz. Il servizio si concentra sull’agente del Mossad annegato nel naufragio (le altre tre persone sono due 007 italiani e la stessa Anna Boskhova), il cui nome in codice è Erez Shimoni, lasciando tuttavia immaginare i motivi della presenza sul lago maggiore anche delle altre persone. Secondo i media israeliani, infatti, Shimoni si trovava in nord Italia per completare una missione atta a limitare le capacità militari iraniane nel campo delle armi non convenzionali.

Una ricostruzione, questa che, pur non essendo confermata si incastra bene con le indiscrezioni, altrettanto non confermate, di quanti ritengono il gruppo di agenti coinvolto in qualche misura con l’Euratom. Difficilmente si raggiungerà un punto tale da poter definire completamente chiarita la questione, il muro del segreto di stato lascerà sempre un margine di dubbio, ma ciò non toglie che l’intera vicenda dovrebbe far riflettere su quale sia l’attuale stato di sicurezza delle realtà strategiche nazionali.

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