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Sudan, guerra in pausa. L'Esercito accetta il cessate il fuoco di 24 ore. Croce rossa: "Situazione molto grave"

In Sudan l'Esercito ha rifiutato la proposta di un cessate il fuoco di 24 ore avanzata dalle Forze di Supporto Rapido. Washington e Londra: "Necessario aprire i negoziati"

18 Aprile 2023

Sudan, guerra non si arresta. L'Esercito rifiuta il cessate il fuoco: "impegnati a raggiungere gli obbiettivi"

Breve interruzione degli scontri a Khartoum, capitale del Sudan, tra ribelli e forze regolari. L'Esercito accetta la proposta di un cessate il fuoco di 24 ore. Dal summit G7 in Giappone i Ministri degli Esteri inglese e americano invitano ad aprire i negoziati.

Le Forze Armate, alla fine, accettano il cessate il fuoco

Il Comando Generale delle Forze Armate del Sudan aveva fatto sapere con un post su Facebook che non intendeva accettare la richiesta di un cessate il fuoco di 24 ore avanzata dai ribelli. "Non siamo a conoscenza – recita la nota - di alcun coordinamento con i mediatori e la comunità internazionale per una tregua. La dichiarazione della ribellione su una tregua di 24 ore ha lo scopo di nascondere la schiacciante sconfitta che subirà in poche ore". L’ufficio stampa delle Forze regolari aveva quindi aggiunto, sempre su Facebook: "Siamo entrati in una fase decisiva e i nostri sforzi sono concentrati sul raggiungimento degli obiettivi a livello operativo”. 

Nel pomeriggio, invece, il generale Shams al-Din Kabashi ha annunciato all'emittente Al Arabiya che anche le forze regolari rispetterano il cessate il fuoco proposto dai ribelli delle Forze Rapide di Supporto (RSF). Il comunicato segue di alcune ore quello del comandante dell'RSF, il generale Mohamed Hamdan Hemeti Dagalo, che aveva chiesto una tregua di 24 ore per permettere l'evacuazione dei feriti dalle aree degli scontri.

Il Sindacato dei medici sudanesi parla di quasi mille feriti: "Difficile raggiungere gli ospedali"

Una nota del Sindacato dei medici sudanesi (CCSD) parla di centinaia di feriti in tutto il Paese, molti dei quali impossibilitati a raggiungere i punti di soccorso e gli ospedali a causa della pericolosità degli spostamenti sulle aree coinvolte dagli scontri che da sabato infiammano il Sudan. "Il numero di feriti dall'inizio di questi eventi è di 942 – recita la nota - includendo civili e militari”.

Fanno eco, alle parole del CCSD, quelle della Croce Rossa, che parla di "situazione molto grave". "La gente non può uscire e non ha accesso alle medicine - ha riferito Germain Mwehu, portavoce della Croce Rossa in Sudan - alcune persone sono bloccate all'aeroporto o nei mercati". 

Nella capitale Khartoum, in particolare, si sono registrati in questi giorni diversi bombardamenti aerei, colpi di artiglieria e lancio di missili terra-aria, anche nella zona in cui si trova l’Ambasciata d’Italia, per adesso non colpita. Molte abitazioni civili, invece, sono state rase al suolo da proiettili vaganti.

Washington e Londra: "Necessario aprire i negoziati"

Intanto si muove la diplomazia internazionale, con l’invito, rivolto ad entrambe le parti coinvolte,  dei Ministeri degli Esteri inglese e americano ad un immediato cessate il fuoco ed all’inizio di negoziati di pace. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken, a margine del summit G7 in Giappone, ha comunicato con il collega inglese James Cleverly: “C’è necessità di un immediato cessate il fuoco e di un ritorno ai colloqui, colloqui che sono stati molto promettenti nel mettere il Sudan sulla strada verso una piena transizione, verso un governo a guida civile".

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