Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Israele, riforma giustizia: in cosa consiste e perché sono scoppiate le proteste. Netanyahu la congela

Da 11 settimane imperversano le proteste popolari in Israele. Ieri si sono allargate in seguito al licenziamento di Yoav Gallant, ministro della difesa che ha chiesto lo stop alla riforma. Sono in 80mila davanti al parlamento

27 Marzo 2023

Riforma giustizia Israele: in cosa consiste e perché sono scoppiate le proteste contro in Governo Netanyahu

fonte: Twitter @its_the_Dr

La polizia stima che siano circa 80mila le persone radunate davanti al Knesset, il parlamento di Israele. Le proteste durano da 11 settimane, ma da ieri si sono inasprite. Il motore è la volontà del governo di procedere ad una riforma della giustizia. Ad oggi, non ci sono più solo gli oppositori per le strade: anche la maggioranza inizia a spaccarsi. 

Cosa prevede la riforma della giustizia in Israele 

Il Governo di ultradestra di Benjamin Netanyahu ha come suo cavallo di battaglia una riforma della giustizia fin dal suo insediamento alla fine dello scorso anno. Il ministro della giustizia Yariv Levin, primo promotore, la ritiene "necessaria" al sistema. 

Lo scopo è quello di diminuire il potere della Corte Suprema, fondamentalmente sottomettendolo al volere della maggioranza. La riforma intende introdurre la possibilità per il parlamento di sovrascrivere una decisione della Corte con un voto a maggioranza minima, cioè di 61 su 120 deputati. Questo invaliderebbe qualunque intervento dei giudici.

Al momento, la Corte ha la facoltà bloccare una norma e di rinviarla alla Knesset, il parlamento, nel caso ritenga che contraddica le 13 "leggi di base" (l'equivalente della Costituzione). Secondo il Governo, però, la magistratura sarebbe intervenuta troppo negli ultimi anni. Fra gli anni '90 e 2000, ad esempio, la Corte si è opposta ai piani di annessione della Cisgiordania, i territori arabi occupati nella guerra del 1967, ostacolando i desideri dei coloni israeliani. 

Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze e leader di Sionismo religioso, ha dichiarato via Twitter: "Non dobbiamo fermare per alcun motivo la riforma. Siamo la maggioranza non dobbiamo arrenderci alla violenza, all'anarchia, agli scioperi selvaggi, alla disobbedienza. Ci troviamo tutti alle 18 alla Knesset. Non consentiremo che ci rubino i nostri voti e il nostro Stato". 

Opposizioni (e non solo) nelle strade: proteste da 11 settimane

Da 11 settimane gli israeliani protestano temendo una svolta autocratica. Ad oggi non sono solo le opposizioni a ribellarsi: l'ennesima scintilla è stata innescata dal licenziamento di Yoav Galat, ministro della Difesa, che aveva chiesto a Netanyahu una pausa nell’approvazione della riforma. 

Benché anche il presidente Isaac Herzog si sia accodato alla richiesta, il Governo non sembra voler mettere in pausa il progetto. Nel frattempo si contano circa 80mila persone davanti alla Knesset. In due sono riusciti ad entrare e ad urlare al ministro dell'educazione Yoav Kish di dimettersi.

In strada ci sono anche comunità Lgbtq+, donne, manifestanti di movimenti favorevoli a un accordo con i palestinesi e conservatori moderati che hanno votato il Likud di Netanyahu. Protestano anche i riservisti dell’aviazione e delle forze speciali perché sono preoccupati che Paesi o organizzazioni nemiche possano approfittare dei disordini interni.

Histadrut, il sindacato più potente, ha indetto uno sciopero generale "per fermare questa corsa del Paese verso l’abisso". Fermi aeroporti e università. Anche la finanza trema, intimorita da eventuali ripercussioni.

Ben Gvir dà ok allo stop della riforma ad una condizione

'Potenza ebraica', il partito di estrema destra di Itamar Ben Gvir, ha detto di essere disponibile a rinviare la riforma di qualche settimana dopo la Pasqua ebraica. La condizione è che il governo esamini subito la creazione di una 'Guardia nazionale' sotto la guida dello stesso Ben Gvir. "Ho accettato di rimuovere il mio veto in cambio di questo impegno", ha dichiarato Ben Gvir.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x