22 Febbraio 2023
Il confine tra Messico e Usa. Fonte: Twitter @Adnkronos
Joe Biden tratta i migranti come Donald Trump prima di lui: con il pugno di ferro. La nuova proposta di regolamento, avanzata il 21 febbraio scorso e ora in attesa di approvazione da parte del Congresso, vieta di presentare domanda d'asilo negli Usa a tutti coloro che hanno dovuto attraversare altri Stati sulla via verso il confine tra Stati Uniti e Messico.
È finita l'era degli "Open Borders". Ora anche l'amministrazione Biden cerca di fronteggiare l'emergenza immigratoria al confine meridionale rispolverando provvedimenti dal sapore trumpiano: un linea aggressiva, che tanto ricorda il decreto proposto dal Tycoon nel 2019, poi bocciato dalla corte d’appello federale perché "disumano".
Nelle 153 pagine a firma dei vertici democratici ora di turno alla Casa Bianca, infatti, si professa la non-ammissibilità dell'istituto dell'asilo; in altre parole, ai migranti si suggerisce di "avvalersi di percorsi legali, sicuri e ordinati verso gli Stati Uniti”, oppure di tentare la sorte e “richiedere asilo o altra protezione nei Paesi attraverso i quali viaggiano”. I motivi sulla carta? Ridurre la "dipendenza dalle reti dei trafficanti di esseri umani che sfruttano i migranti a scopo di lucro".
Non meno severe sono le norme mirate a combattere l'ingresso clandestino negli Usa dal confine messicano. Tra le misure proposte, campeggia un nuovo meccanismo di espulsione noto come "rimozione accelerata": il Messico, per la prima volta nella storia, si incaricherebbe del rimpatrio coatto su larga scala di immigrati non messicani.
"Per essere chiari, questa non era la nostra prima preferenza e nemmeno la nostra seconda”: così si è giustificato uno dei membri dell'entourage di Biden, per poi precisare ulteriormente che "queste misure temporanee vengono prese per necessità". Necessità che, a onor del vero, è davanti agli occhi di tutti. Secondo gli ultimi dati mensili disponibili della Us Customs and Border Protection, infatti, il numero di coloro che hanno bussato alla porta degli Stati Uniti è cresciuto in modo esponenziale, toccando i 206.239 arrivi nel novembre 2022: un simile picco ha avuto un precedente solo nel lontano 2000, ed è più preoccupante persino delle ondate migratorie gestite da Trump nel 2019.
Prevedibili dunque le critiche, dati i paragoni fatti a livello mediatico: molti deputati e senatori democratici appartenenti all'ala più sinistrorsa del Parlamemto, così come alcuni rappresentanti ispanici, non hanno nascosto i propri timori e la propria ostilità nei confronti della nuova normativa. Jerry Nadler e Pramila Jayapal, per esempio, in una nota si definiscono “profondamente delusi dalla proposta dell’amministrazione Biden di limitare l’accesso all’asilo”, ribadendo che “la capacità di chiedere asilo è un principio fondamentale protetto dalla legge federale e non dovrebbe mai essere violato".
Ancora più dura si mostra Karen Musalo, direttrice del Center for Gender and Refugee Studies presso l’Università della California College of the Law, San Francisco: "È un terribile esempio di tentativo di violare i propri obblighi legali nazionali e internazionali" dichiara delusa.
L’American Civil Liberties Union (Aclu), poi, è già scesa in prima linea, pronta a ingaggiare una battaglia legale analoga a quella che ha portato alla bocciatura, da parte della corte d'appello federale, del "disumano" decreto sostenuto da Donald Trump nel 2019.
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