15 Gennaio 2023
fonte: Facebook @Newslink7.com
In Arabia Saudita continua la scia di repressione. Awad Al-Qarni, professore di legge, rischia la pena di morte per aver espresso il suo dissenso verso in governo in piattaforme come Twitter e Whatsapp.
Il professore di legge Awad Al-Qarni, 65enne, è stato arrestato nel 2017 dopo che a settembre Mohammed bin Salman è salito al potere. Bin Salman è il primo ministro dell'Arabia Saudita, principe ereditario di Salman. L'uomo al momento rischia la pena di morte e è in attesa del giudizio definitivo da parte dei tribunali sauditi.
La scia di repressione di bin Salman è lunga. Uno dei casi più noti è quello del giornalista Jamal Khashoggi, probabilmente ucciso su commissione del principe nell'ambasciata saudita a Istambul. Ma, come loro, molti altri intellettuali progressisti sono stati incarcerati o fatti sparire.
L'anno scorso, Salma al-Shehab, dottoranda di Leeds e madre di due figli, ha subito una condanna a 34 anni per un account Twitter e per aver seguito e ritwittato dissidenti e attivisti. Noura al-Qahtani è stata condannata a 45 anni di carcere con gli stessi motivi.
Le notizie sulle accuse rivolte Awad Al-Qarni sono state rese note da suo figlio Nasser al Guardian. Quest'ultimo, che chiede asilo politico in Gran Bretagna, ha mostrato loro dei documenti che dimostrano la criminalizzazione dei social media dall'avvento di bin Salman.
Al-Qarni è stato pubblicamente ritratto dai media sauditi come un "pericoloso predicatore". L'uomo, in realtà, chiedeva solo delle riforme tramite il suo account di Twitter, con oltre 2 milioni di follower. Le altre due piattaforme che lo incriminerebbero sono Whatsapp e Telegram, in cui l'accademico conduceva le sue conversazioni private.
Nei documenti si legge: che l'accusa sarebbe sostanziata dall'"ammissione del professore di diritto di aver utilizzato un account di social media a suo nome (@awadalqarni) e di averlo utilizzato per esprimere le sue opinioni". Inoltre, avrebbe ammesso di aver partecipato a una chat di WhatsApp e a un video in cui elogiava i Fratelli Musulmani.
I Fratelli Musulmani sono una delle organizzazioni sunnite internazionali con un approccio di tipo politico all'Islam: in Arabia Saudita è considerata illegale perché ritenuta un'organizzazione terroristica.
Mentre accademici, attivisti, intellettuali e persone comuni con opinioni divergenti da quelle della monarchia assoluta continuano ad essere incarcerate o a sparire, il governo saudita investe nelle principali piattaforme di social network. Il Public Investment Fund, il fondo sovrano dell'Arabia Saudita, ha progressivamente aumentato la sua quota all'interno di Meta.
Jeed Basyouni, a capo della zona del Medio Oriente e del Nord Africa per il gruppo umanitario Reprive, ha commentato questo paradosso dicendo che l'Arabia Saudita investe in progetti tecnologici e in social media esteri per dipingersi artificialmente come un governo liberale.
L'aumento di capitale, quindi, è solo una facciata che non rispecchia il clima interno al Paese. Basyouni dice: "Se non fosse così sinistro, sembrerebbe una farsa". Però le morti e le scomparse di chi ha professato la propria opinione sono vere e tragiche, totalmente inconciliabili con l'immagine che cercano di proiettare internazionalmente.
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